Parlando di serie tv il nuovo prodotto creato da Mark Schwahn, The Royals, sembra essere quanto di più reazionario sia possibile vedere in questi giorni. Il plot è semplice ma efficace: all’ombra dei marmi di una rivisitata Buckingham Palace tra lacche e guardie del corpo, la serie racconta la vita della famiglia su-reale più chiacchierata del mondo alle prese con scandali, morti e eredi al trono. Nella migliore tradizione della narrativa d’avventura lo spettatore è subito trascinato in medias res: in una discoteca di Parigi la principessa Eleanor, figlia dei regnanti si ubriaca come una puttana irlandese, sniffa coca con i suoi amici e salta giù dai tavoli aprendo vistosamente le gambe. Risultato: festa dei tabloid.
Conosciamo il principe Liam. invece, mentre gioca a freccette in un pub, fa tre centri di seguito nel plauso della folla e si porta a letto una bella ragazza, Ophelia, figlia del capo della sicurezza della casa reale di cui lui si innamora con grande biasimo della Regina. Nel mentre il fratello maggiore di cui non si vedrà mai altro che la bara, muore in circostanze misteriose mentre presta servizio nella Raf. Famiglia in lutto. La regina, una bellissima Elizabeth Hurley, da vera sovrana d’Inghilterra mantiene un aplomb ferreo mentre il marito-Re, scioccato dall’accaduto medita di indire un referendum per sciogliere la monarchia, rea, a suo dire, della morte di suo figlio dedito alla tradizione militare di famiglia che vuole il primogenito sempre in divisa.
Sullo sfondo il resto della famiglia reale in visita di cortesia per piangere il defunto: il fratello del re, bramoso del trono, le figlie di lui, due esempi di come il matrimonio tra consanguinei non sia particolarmente benvoluto in prospettiva evoluzionistica per concludere con uno stuolo di servi, cantine piene di vini, cappelli stupendi e giacche di tweed.
Senza dubbio il prodotto non resterà negli annali delle serie tv nè in quelli della drammaturgia, cionondimeno è divertente, ha un certo humor non esattamente inglese e un ritmo incalzante. Però, e questa è la vera pecca, non sembra aver nulla a che fare con la casa reale.
Le prime due puntate trasmesse in Italia da Fox life fanno sorgere una domanda: dov’è finita l’aristocrazia?
Nella casa reale la regina ha qualcosa che stona: è troppo bella, troppo fashion, sebbene di pura razza inglese si vede che è più avvezza a portare un tacco 15 sulle passerelle del prêt-à-porte che bere gin tonic al Derby di Epsom. Il carattere forte è l’unica caratteristica davvero inglese, impero salvato e guidato con polso virile solo dalle donne.
Il re dal canto suo sembra l’unica figura con un grammo d’amor proprio, unico a vedere in che degrado morale versa la sua famiglia ma come abbiamo accennato vorrebbe porvi rimedio con l’unica soluzione davvero surreale per un sangue blu: promuovere la fine della monarchia. Della sua famiglia secolare.
Tutto sommato questa famiglia reale inglese è rappresentata in un modo che solo chi non è avvezzo alla monarchia può apprezzare: sono tutti bellissimi, infelici e profondamente borghesi.
Ed è contro questo atteggiamento che il Re vuole scagliarsi ed in ciò si configura il sentimento reazionario che sembra avvolgere tutto il dramma: la corruzione dei costumi ha infettato la famiglia reale nei suoi successori, salvo il denaro e le guardie del corpo i giovani principi non sono diversi dai figli dei capitani di industria o delle modelle con i quali si ubriacano. Il proverbiale disprezzo del popolo è solo di facciata: ontologicamente la famiglia reale non si crede diversa dalla schiera di sudditi che compone il suo Impero. Di conseguenza meglio la dissoluzione che la lenta agonia.
Paradossalmente è questo l’unico atteggiamento davvero aristocratico, per dirla con un’ottica spirituale alla “Ecce homo” di Nietzsche, che emerge prepotentemente da quest’inizio di serie.
Si prospetta un seguito basato sull’intrigo e sul sesso, nella migliore tradizione di qualsiasi corte che il mondo abbia conosciuto. Non ci resta che sperare in una maggiore attenzione, da parte degli autori, allo stile di casa Windsor. A chiederlo è sua Maestà.
Flavio Balzano
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