Ma sarà poi vero che questa contestatissima plastica è il peggior dei nostri mali ambientali? La risposta rimane aperta e lo sarà per molto tempo ancora. C’è infatti chi come la giornalista ambientale Laura Foster afferma che “borse di carta e cotone sono nettamente più impattanti sull’ambiente, decisamente più inquinanti”. “Produrre un sacchetto di carta – spiega Margaret Bates, professoressa di risorse sostenibili all’Università di Northampton – richiede più energia e molta più acqua rispetto a uno di plastica”. Mentre “le borse di cotone sono, se possibile, ancora meno invitanti. Le sue colture intensive, infatti, richiedono una idratazione molto importante. Ecco perché siamo sinceramente preoccupati dal suo utilizzo anche nel settore della moda”. Secondo l’Agenzia per l’ambiente del Regno Unito, un sacchetto di carta deve essere utilizzato tre volte, uno di cotone centotrentuno, per essere ecologico come un sacchetto di plastica riciclato. Le considerazioni terminano con un passaggio ancora sulla busta in polietilene. Eric Steinberger, ricercatore di Cambridge, asserisce che “d’altro canto i sacchetti di plastica sono più efficienti. Per produrli sono necessarie piccole quantità di petrolio e un consumo minimo di energia”. Sull’efficienza difficile smentirlo. Così come difficile confutare la teoria della ricercatrice di Oxford, Isabel Key: “Quando le persone guardano agli effetti del cambiamento climatico tendono a focalizzarsi sulla parte finale della reazione a catena innescata dall’impatto antropocentrico sulla terra. Considerano l’inquinamento causato dalla plastica come il problema più grande. In realtà, ciò che poche persone riescono a vedere è la parte iniziale del ciclo produttivo di sostanze nocive per l’ambiente”. Ma, allora, quale scelta fare per insacchettare la nostra spesa quotidiana o settimanale? La cosa più semplice è utilizzare, anzi riutilizzare, ciò che abbiamo più a portata di mano. La regola del ‘cum grano salis’, del pizzico di buonsenso, vale anche in questi casi.