Il Ris di Parma al lavoro sui veicoli di Bossetti
L‘inchiesta sull’omicidio della piccola Yara Gambirasio si arricchisce di ulteriori tasselli. Nella notte tra martedì e mercoledì, infatti, il Ris di Parma ha effettuato il test del luminol (lo si può effettuare solo al buio) che ha evidenziato la presenza di tracce sui due veicoli, una Volvo v40 e il furgone Iveco Daily, di Massimo Giuseppe Bossetti, il carpentiere agli arresti come principale indiziato dell’assasinio.
Il test del luminol ha lo scopo di portare alla luce tracce di ferro. Che è presente nel sangue. E di tracce ne sono emerse parecchie. Due di queste, in particolare, hanno attirato l’attenzione degli inquirenti. Ora le tracce, prelevate con appositi tamponi, sono state passate al laboratorio per stabilirne la natura. Non è detto, infatti, che la presenza di ferro equivalga sic et simliciter a quella di sangue. Il ferro può esser contenuto anche in vegetali o, più semplicemente, nella ruggine. Nel caso, si tratterebbe del cosiddetto “falso positivo”.
Anche altro materiale è stato prelevato dai due veicoli: capelli, peli e fibre. Verrà analizzato tutto in laboratorio. Verranno analizzate anche le impronte digitali rinvenute nell’auto e nel furgone che, ad ogni buon conto, sono state smontate pezzo a pezzo per cercare ulteriori elementi che possano ricondurre a Yara Gambirasio. Gli investigatori, in particolare, sospettano che possa esser stata la Volvo il mezzo utilizzato per avvicinare la ragazza.
Yara Gambirasio e Massimo Giuseppe Bossetti
Bossetti, al corrente di questi ultimi sviluppi investigativi, continua a professare la propria assoluta innocenza: “Che cerchino, ma non troveranno nulla. Perchè non ho fatto niente“, il suo sfogo diretto ad uno dei suoi due codifensori, l’avvocato Silvia Gazzetti.
Fiducioso nell’estraneità el proprio assistito e piuttosto combattivo si mostra l’altro codifensore del carpentiere, l’avvocato Claudio Salvagni: “Vogliamo dimostrare l’innocenza di Bossetti, a costo di percorrere la via più lunga“. Vuol dire che la difesa intende affrontare il dibattimento. La strategia difensiva si concentrerà soprattutto sull’esame del Dna: “Le nostre consulenti ci stanno dando indicazioni preziose. Da un lato c’è la cosiddetta firma, cioè il profilo genetico sugli indumenti della vittima, dall’altro c’è quello che dice il nostro assistito. E non è privo di interesse. Cerchiamo riscontri, un’attività complicata”, prosegue il legale.
Intanto, si procede con gli interrogatori a conoscenti, amici e colleghi di lavoro di Bossetti. Per loro un innocente. Per gli investigatori il probabile assassino.
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