Per “volare” gli bastano “gli occhi”. Il suo corpo è infatti costretto all’immobilità da quando aveva 18 per una precocissima e inarrestabile forma di distrofia che combatte con tenacia da 4 anni. Paolo Palumbo, giovane cuoco oristanese, è il più giovane malato di Sla di tutta l’Europa.
La malattia che gli ha tolto la voce non è riuscita ad impedirgli di coronare il suo sogno: salire sul palco dell’Ariston dove è in corso in questi giorni il festival della canzone italiana.
Con un grande amore per il rap, Paolo aveva provato ad arrivarci partecipando alle selezioni di Sanremo Giovani, ma al secondo passaggio era stato escluso. Poi il bravo, professionalmente e umanamente parlando, Amadeus, colpito dalla sua storia e dalla sua determinazione lo ha invitato.
“Io sono la montagna che va da Maometto, pur restando disteso sul letto“. E così Sanremo è diventato “il regalo più bello che la vita potesse farmi”, come ha dichiarato il giovane rapper, fiero del suo carattere che non lo ha “mai portato a vedere il bicchiere mezzo vuoto. Sono sempre andato avanti malgrado le difficoltà che la vita mi ha messo davanti e la mia propositività mi ha permesso di fare cose che prima della Sla non avrei mai immaginato”.
Con braccia e gambe prese in prestito dal fidatissimo Rosario, il fratello ‘siamese’ che non lo lascia mai né di giorno né di notte, e il fedele “comunicatore vocale” che trasmette ciò che con gli occhi vuole dire, Paolo ha attraversato in nave il tratto di mare tra Olbia e Genova, per commuovere ma soprattutto far riflettere con la sua “Io sono Paolo”, canzone composta con gli occhi dal giovane artista e cantata dal rap Christian Pintus. Il brano è legata ad una iniziativa benefica fortemente voluta dal giovane Paolo e pienamente appoggiata dalla Siae, riguardante i proventi dei diritti che verranno interamente devoluti in aiuto dei malati di Sla. La Società Italiana degli Autori ed Editori, oltre a rinunciare totalmente alle provvigioni, contribuirà immediatamente devolvendo 10 mila euro in fase di startup, così come confermato dal palco di Casa Siae dal direttore generale Gaetano Blandini.
La presenza di Paolo ieri, sul palco del teatro Ariston, ha rappresentato il momento più forte della seconda serata di Sanremo.
Il suo messaggio di speranza e di amore della vita, nonostante le gravi difficoltà personali, ha fatto venire un brivido agli spettatori e inumidito gli occhi ad Amadeus: “Questa è la storia di un ragazzo che non si è arreso – ha detto tramite la sua voce meccanica- .Quando vi dicono che i vostri sogni non si possono realizzare, pensate che i limiti sono solo dentro di noi. Date al mondo il lato migliore di voi. Non buttate via la vostra vita“.
Il messaggio più bello nella serata dedicata a Fabrizio Frizzi che ieri avrebbe compiuto 62 anni.
Per chi lo ha ascoltato e per gli se l’è perso, pubblichiamo il lungo testo con il quale ieri sera Paolo si è presentato al pubblico, con il quale, soprattutto, ha voluto offrire spunti di riflessione. Magari volessimo coglierne uno, come un fiore della splendida riviera ligure.
Facile scivolare nella retorica, ma è incontestabile che la sola idea di affrontare una prova come quella del giovane che sognava di fare lo chef, fa gelare il sangue a tutti e mette realmente paura. Come poter avere lo stesso coraggio e, soprattutto, il medesimo spirito positivo che lo porta a non sentirsi prigioniero del suo corpo immobile? Fatta questa domanda, provare uno sconfinato affetto e ammirazione per questo ragazzo non è retorica ma valutazione della sua effettiva grandezza.
Alessandra Binazzi
Il discorso di Paolo Chiudete gli occhi: provate a immaginare che la vostra quotidianità, anche nei gesti più piccoli, venga improvvisamente stravolta. Immaginate che il corpo che per anni vi ha sostenuti non risponda più ai vostri comandi, e che non possiate più provare il piacere di dissetarvi con un sorso d’acqua, di canticchiare la vostra canzone preferita, o di fare un bel respiro profondo. In Italia, siamo oltre 6000 ad aver provato queste sensazioni e ad aver fatto degli accertamenti che ci hanno catapultato in un mondo ignoto….. ….la mia non è la storia di un ragazzo sfortunato, ma quella di un ragazzo che non si è arreso davanti alle difficoltà e ha imparato a farne un punto d’appoggio su cui costruire qualcosa di nuovo. Quando vi dicono che i vostri sogni non si possono realizzare, continuate dritti per la vostra strada e seguendo il cuore, perché i limiti sono solo dentro di noi. La vita non è una passeggiata e dovremmo fronteggiare le sfide che ci mette davanti con tutto l’entusiasmo possibile. Poco più di un mese fa ho affrontato un momento difficile, una crisi respiratoria. Se non fosse stato per la bravura dei medici e il sostegno di tutti quelli che sono accanto a me, oggi non ci sarei. Quando mi sono risvegliato dalla rianimazione ho riflettuto sulla fortuna di essere vivi. Vi faccio una domanda: avete usato il vostro tempo nel migliore dei modi? Avete detto tutti i “Ti voglio bene” che volevate? Avete cercato di fare il lavoro che sognavate di fare per svegliarvi col sorriso? In questi ultimi anni ho imparato che il tempo che abbiamo a disposizione è poco e prezioso e dovremmo viverlo intensamente, riempiendolo di amore e di altruismo. Date al mondo il lato migliore di voi e vedrete che le cose andranno meglio, perché se abbiamo bisogno di un cambiamento è soprattutto nella mente, dove stagnano le disabilità più pericolose come la mancanza di empatia e tolleranza. Malattie come la mia ci rendono uguali, colpiscono senza giudicare le nostre storie, la nostra bontà, il nostro ceto sociale o i nostri progetti. Perciò, nel vostro piccolo, fate quanto più potete per aiutare il prossimo. Non buttate via la vostra vita, e quando di fronte a un problema crederete di non farcela, ascoltate e riascoltate la mia canzone, fatela sentire a chi amate e pensate a me e a tutti quei guerrieri che ogni minuto lottano per vivere. Grazie a tutti.
Il discorso di Paolo
Chiudete gli occhi: provate a immaginare che la vostra quotidianità, anche nei gesti più piccoli, venga improvvisamente stravolta. Immaginate che il corpo che per anni vi ha sostenuti non risponda più ai vostri comandi, e che non possiate più provare il piacere di dissetarvi con un sorso d’acqua, di canticchiare la vostra canzone preferita, o di fare un bel respiro profondo.
In Italia, siamo oltre 6000 ad aver provato queste sensazioni e ad aver fatto degli accertamenti che ci hanno catapultato in un mondo ignoto…..
….la mia non è la storia di un ragazzo sfortunato, ma quella di un ragazzo che non si è arreso davanti alle difficoltà e ha imparato a farne un punto d’appoggio su cui costruire qualcosa di nuovo. Quando vi dicono che i vostri sogni non si possono realizzare, continuate dritti per la vostra strada e seguendo il cuore, perché i limiti sono solo dentro di noi. La vita non è una passeggiata e dovremmo fronteggiare le sfide che ci mette davanti con tutto l’entusiasmo possibile.
Poco più di un mese fa ho affrontato un momento difficile, una crisi respiratoria. Se non fosse stato per la bravura dei medici e il sostegno di tutti quelli che sono accanto a me, oggi non ci sarei. Quando mi sono risvegliato dalla rianimazione ho riflettuto sulla fortuna di essere vivi.
Vi faccio una domanda: avete usato il vostro tempo nel migliore dei modi? Avete detto tutti i “Ti voglio bene” che volevate? Avete cercato di fare il lavoro che sognavate di fare per svegliarvi col sorriso?
In questi ultimi anni ho imparato che il tempo che abbiamo a disposizione è poco e prezioso e dovremmo viverlo intensamente, riempiendolo di amore e di altruismo. Date al mondo il lato migliore di voi e vedrete che le cose andranno meglio, perché se abbiamo bisogno di un cambiamento è soprattutto nella mente, dove stagnano le disabilità più pericolose come la mancanza di empatia e tolleranza.
Malattie come la mia ci rendono uguali, colpiscono senza giudicare le nostre storie, la nostra bontà, il nostro ceto sociale o i nostri progetti. Perciò, nel vostro piccolo, fate quanto più potete per aiutare il prossimo. Non buttate via la vostra vita, e quando di fronte a un problema crederete di non farcela, ascoltate e riascoltate la mia canzone, fatela sentire a chi amate e pensate a me e a tutti quei guerrieri che ogni minuto lottano per vivere. Grazie a tutti.
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