Avete mai sentito parlare di sbattezzo? Trattasi della rivendicazione di un diritto, quello di non essere costretti a far parte di un’organizzazione senza il proprio consenso. Nel caso specifico, è l’abbandono formale di una religione, quella cristiana, che prevede il battesimo come processo di adesione, per rivendicare il diritto alla propria identità
Secondo l’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti, UAAR, migliaia di italiani sarebbero in fuga dalla Chiesa. Un fenomeno giustificato come segno della “secolarizzazione che avanza”. Ma per la più grande e antica istituzione di tutti i tempi l’atto formale di rinuncia al battesimo “è solo fenomeno passeggero, un moto di protesta che ricorda il Sessantotto”.
Al centro del dibattito, il dato relativo agli sbattezzi nel 2015, che secondo l’annuale indagine condotta dallo Uaar, “è il più alto di sempre”. “Gli italiani che negli ultimi dodici mesi si sono collegati alla pagina web dell’Unione per scaricare il modulo necessario a separarsi ufficialmente dalla Chiesa cattolica sono stati 47.726 – fa i conti Raffaele Carcano, segretario dell’Unione – un record senza precedenti, un vero e proprio boom, che ha surclassato i numeri già alti registrati nel 2012, quando i download furono 45.797”.
Download che, però, non sono sinonimo di sbattezzo, perché non è detto che tutti coloro che hanno stampato la documentazione poi l’abbiano anche inviata alla propria parrocchia, avviando così la procedura per cancellarsi dal libro dei battezzati. Tanto che il numero delle persone che lo hanno fatto, secondo quanto si rileva sul sito degli sbattezzati è nettamente inferiore alle cifre prospettate dall’Uaar.
Il fenomeno, comunque, vale uno studio più approfondito per valutare se può essere verosimile quanto sottolinea il segretario dell’Unione Carcano: “Al di là della popolarità attribuita a Papa Francesco dai media, è sempre più nutrito il numero di quanti non si riconoscono come cattolici: un’evidenza di cui anche la politica dovrebbe tenere maggiormente conto”.
“Credo che il dato sia una cartina al tornasole per monitorare i cambiamenti in atto nella nostra società rispetto all’adesione al cattolicesimo – sottolinea Carcano – in questo caso, secondo la mia opinione, la ragione dell’aumento di richieste di sbattezzo, o potenziali tali, è dovuta al fatto che, sebbene l’attuale Pontefice sia popolare, lo stesso non può dirsi della Chiesa”. E per lo Uaar, gli scandali più recenti che hanno coinvolto il Vaticano hanno influito sul fenomeno. “I vari Vatileaks, i casi di pedofilia, e poi le continue ingerenze della Chiesa nella politica, che ad esempio ostacolano l’approvazione di provvedimenti che dovrebbero essere banali, come i matrimoni gay, fanno sì che le persone provino il desiderio di staccarsi, di allontanarsi”. Quadro che sarebbe confermato, secondo l’Uaar, anche dai dati Istat relativi al calo della frequenza alle pratiche religiose degli italiani.
“Oggi questo paese vive una crisi generalizzata dell’appartenenza, sindacale, politica – conclude Carcano – e la Chiesa non è molto diversa da altre organizzazioni, per quanto possa avere un leader carismatico. Finisce per pagare il prezzo dei comportamenti di tutti coloro che ne fanno parte. Sfogliando i quotidiani non è difficile intuire come mai le persone sentano il bisogno di prenderne le distanze”.
Ipotesi respinta da don Maurizio Ardini, parroco di San Bernardino di Lugo (Ra) – a luglio di quest’anno, ricevuta una richiesta di sbattezzo da una ragazza di 20 anni residente nel ravennate, l’aveva pubblicata sul giornalino parrocchiale, per poi consigliarle l’esorcista.- che considera lo sbattezzo “più che altro una tendenza passeggera. E’ una pratica transitoria, ogni stagione porta alle proprie forme di protesta, come il Sessantotto. Ora c’è questa. Tanti giovani aderiscono perché è popolare, e a me preoccupa che poi un giorno cambino idea e si trovino a dover correre dal vescovo per potersi sposare in chiesa. Me ne sono capitati molti di casi simili”.
Lo sbattezzo, visto dalla parte della Chiesa, si chiama apostasìa. Se da un punto di vista dottrinale è un peccato mortale, per il diritto penale della Chiesa, applicabile a tutti i battezzati, rappresenta invece un«delitto» (Codice di diritto canonico, can. 1041).
Ne consegue che, per la Chiesa cattolica, chi si proclama ateo e agnostico, anche se non si sbattezza, è da considerarsi un apostata, e pertanto soggetto alla scomunica latae sententiae (can. 1364), un tipo di provvedimento canonico che si applica automaticamente, anche se la Chiesa non è al corrente del “delitto” commesso (lo stesso provvedimento comminato dal codice, per esempio, alla fattispecie di aborto volontario).
Le conseguenze dell’apostasia e della relativa scomunica sono: l’esclusione dai sacramenti; la privazione delle esequie ecclesiastiche in assenza di segni di pentimento; l’esclusione dall’incarico di padrino o madrina per battesimo e confermazione; la necessità della licenza del vescovo per l’ammissione al matrimonio canonico.
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