Ormai aveva fatto il giro dei media e della rete l’oscuramento volontario da parte di Wikipedia delle proprie pagine di approfondimento. Un gesto di protesta, durato dal 4 al 6 ottobre, voluto fortemente dagli utenti dell’ “enciclopedia aperta” in lingua italiana contro il ddl intercettazioni.
Si sa che su Wikipedia, sotto forma di collaborazione gratuita, chiunque si può cimentare nell’affrontare argomenti tipici delle tradizionali enciclopedie o di altri volumi più specializzati. Per questa ragione molti utenti lo ritengono un punto di riferimento per ricerche e approfondimenti e il non poter accedere alla sua pagina ha scatenato un vero e proprio movimento in rete, soprattutto tra i veterani di facebook che hanno organizzato persino una protesta nelle principali piazze italiane prevista per oggi, venerdì 7 ottobre. Ma nel tardo pomeriggio di ieri si è appresa la notizia che il sito Wikipedia è ritornato consultabile e con un messaggio ha voluto ringraziare chi ha supportato l’iniziativa, sottolineando che è stata messa in atto per salvaguardare un sapere libero e neutrale. Ma il pericolo non sembra essere scampato, ecco le “amare” parole che emergono, nel comunicato stampa, da chi gestisce l’enciclopedia on line “Sono stati proposti degli emendamenti, ma le modifiche al disegno di legge non sono ancora state approvate in via definitiva. Non sappiamo, quindi, se sia ormai scongiurata l’approvazione della norma nella sua formulazione originaria, approvazione che vanificherebbe gran parte del lavoro fatto su Wikipedia”.
Gabriella Pastore
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