Il colosso bancario patteggia una sanzione di 13 miliardi di dollari per lo scandalo dei mutui subprime.
Per una volta saranno loro a pagare, le banche. Il risultato storico è stato raggiunto negli Stati Uniti, dove la Jp Morgan dovrà sborsare 13 miliardi di dollari per le speculazioni sul mercato dei mutui, risalenti alla crisi finanziaria del 2008.
Il colosso bancario, come ha anticipato il New York Times, ha raggiunto un accordo con il dipartimento della giustizia americano, una sorta di maxi patteggiamento che prevede un versamento da record sotto varie forme entro il 2016. Una parte di questa sanzione, 4 miliardi di dollari, servirà per rimborsare i consumatori ingannati dalla Jp Morgan sull’effettivo livello di rischio dei “mortgage-backed securities”, i prodotti legati al mercato immobiliare.
Questi soldi serviranno sia per aiutare i singoli debitori, che si ritrovano con un debito superiore al valore della casa che all’epoca hanno acquistato, sia per sostenere quelle comunità che hanno pagato le più gravi conseguenze della crisi dei mutui, con la desertificazione di interi quartieri.
La decisione è stata definita storica non solo per l’importo che la Jp Morgan dovrà versare, ma anche per le iniziative di carattere sociale che intraprenderà con una parte dell’importo della sanzione. Altri 4 miliardi di dollari saranno trasferiti a titolo di risarcimento alla Federal Housing Finance Agency, che controlla Freddie Mac e Fanni Mae, le due public company raggirate dal colosso bancario.
La restante parte dei 13 miliardi, pari a 5 miliardi, rappresenterà un indennizzo per il dipartimento alla Giustizia e per alcuni stati statunitensi.
Il maxi patteggiamento, tuttavia, non è un ammissione di colpe da parte della Jp Morgan, che continua a sostenere di aver tenuto una condotta limpida e corretta nei confronti dei consumatori e delle società. Non è di questo avviso il dipartimento alla Giustizia Usa, secondo cui il colosso bancario “era consapevole di vendere prodotti sui mutui agli investitori che non avrebbe dovuto mettere in circolazione”. La banca non può ammettere fino in fondo le proprie responsabilità anche perché rischierebbe di soccombere in altri contenziosi.
Dal canto suo, il governo Usa vuole proseguire sulla linea del recupero dei fondi dai procedimenti giudiziari. Il principio del “chi sbaglia, paga” era stato applicato nel 2010 nei confronti della British Petroleum per il disastro ecologico nel golfo del Messico. Alla compagnia petrolifera andò meglio, fu condannata a pagare “solo” 4 miliardi e mezzo di dollari.
“L’entità e lo scopo di questo accordo – ha affermato il ministro della Giustizia Eric Holder – intende inviare un chiaro segnale che le inchieste sulle frodi del dipartimento alla Giustizia sono ben lontane dall’essere terminate. Nessuna società, per quanto redditizia, è al di sopra della legge”.
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