Mens sana in corpore sano, dicevano i latini per sottolineare l’importanza dell’attività fisica per mantenere più a lungo possibile intatte le funzioni cerebrali. Perché è tutta questione di BDNT, la proteina che garantisce il funzionamento del muscolo cardiaco e al contempo aiuta il sistema nervoso creando nuove connessioni – le sinapsi – tra neuroni. E si sa che i livelli di BDNF aumentano con l’attività fisica e giocano quindi un ruolo nella mediazione tra movimento e cervello. Dunque, movimento per favorire la fluidificazione del sangue e l’ossigenazione di tutti gli organi più importanti, per mantenere uno stato di salute quanto più integro possibile. Tanto da arrivare a scommettere di poter vivere fino a 150 anni? Anche. Questo l’impegno di due ricercatori – entrambi biologi – studiosi dei meccanismi dell’invecchiamento.
La loro scommessa va avanti dal 2000 quando Austad, in un articolo pubblicato su Scientific American affermò: ”La prima persona che arriverà a 150 anni è probabilmente già nata” e Olshansky ha deciso di scommetterci puntando del denaro. Il 15 settembre 2000, i due ricercatori hanno così depositato 150 dollari ciascuno in un fondo di investimento, e hanno firmato un contratto, in base al quale la somma e tutti gli intessi dovranno essere pagati ai discendenti del vincitore nel 2150. Ma la somma adesso è stata raddoppiata in seguito alla ricerca pubblicata su Nature, secondo la quale c‘è un limite naturale invalicabile alla durata della vita umana di 125 anni.
Commentando lo studio Olshansky ha ricordato la scommessa e ha detto che la ricerca sta facendo grandi progressi per allungare la vita, ma probabilmente arriverà troppo tardi per aiutare coloro che sono nati prima del 2001 a spegnere 150 candeline. Austad invece si è detto ”più che mai convinto” che si potrà arrivare a 150 anni e ha spiegato che sono allo studio farmaci, come la rapamicina, usata per prevenire il rigetto nei trapianti, e altri contro il diabete che sembrano rallentare il processo di invecchiamento. I due esperti hanno così deciso di raddoppiare la scommessa e puntare altri 150 dollari ciascuno. Se il fondo manterrà lo stesso rendimento annuo attuale, sul piatto, il primo gennaio 2150, potrebbero esserci 200 milioni di dollari. Ma né Austad né Olshansky saranno i testimoni di questa fortunata vincita e di questa grande vittoria che vedrebbe complici scienza e stile di vita. Il tutto condito dal buonumore che deve fugare lo spettro della tristezza, l’ansia e tutti i malesseri conseguenti.
A.B.
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