Si alza il livello di scontro tra Lega e Cinque Stelle. La nave Sea Watch3, della ong tedesca che ha raccolto davanti alla Libia un certo numero di africani in fuga dirottandoli sull’Italia, ieri sera ha consegnato alla motovedetta della Guardia di Finanza gli ultimi 47 migranti ancora a bordo. Nei giorni scorsi infatti il ministro dell’interno Matteo Salvini aveva acconsentito a che scendessero a terra i 7 bambini a bordo (tra cui 2 neonati) con i loro genitori (8 donne e 3 uomini).
Lo sbarco dei migranti a Lampedusa è avvenuto in diretta tv in prima serata, con “il ministro dei porti chiusi” in collegamento. Salvini infatti era ospite del programma di Massimo Giletti “Non è L’Arena”, su La7, quando le immagini hanno inquadrato la motovedetta della GdF che si staccava dalla banchina, presumibilmente per raggiungere la Sea Watch3. E mentre il titolare del Viminale ribadisce che nessuno sbarco è stato autorizzato, Giletti gli legge due lanci di agenzia: il primo avverte delle decisioni del procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio, che chiede di trasbordare i clandestini ed affidarli alla Questura. Decisione che irrita il ministro dell’Interno obbligandolo ad annunciare che “se c’è favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, chiunque agevoli sbarchi di immigrati irregolari dovrà vedersela con la legge”. Dichiarazione che scatenerà più tardi la reazione dell’ex presidente Associazione Nazionale Magistrati Eugenio Albamonte, pm a Roma che si ammonirà auspicando che “il clima da campagna elettorale …lasci al riparo l’attività giudiziaria” e avvertendo che “alcune frasi, come il riferimento a fare denunce, al di là delle intenzioni con cui sono dette, possono assumere addirittura un significato intimidatorio nei confronti di chi sta svolgendo un’attività giudiziaria così delicata”. “In generale anche se non si intimidisce, l’effetto è di delegittimazione – denuncia – Agli occhi del cittadino che osserva il dibattito, quelle dichiarazioni mettono in discussione terzietà, indipendenza la serietà dell’azione giudiziaria, quasi la volessero riportare a un contesto di contrapposizione alla quale tutti magistrati, in qualsiasi ruolo sono estranei sono estranei. E’ una cosa inaccettabile”.
Ma le sorprese per Matteo Salvini non sono terminate con l’avviso dell’inizio dello sbarco dalla nave oggi sotto sequestro in esecuzione del provvedimento notificato all’unico indagato, il comandante della nave Arturo Centore, appena arrivato al porto di Licata (Agrigento). Il comandante dovrebbe essere interrogato domani mattina nei locali della Procura di Agrigento. La procura di Agrigento, per mano del giudice Patronaggio, è la stessa che lo scorso agosto ha indagato Salvini per il precedente caso della Diciotti.
Alle dichiarazioni riportate sopra si aggiunge un flash che attribuisce al ministro Toninelli la l’ordine di far sbarcare gli immigrati ancora a bordo della Sea Watch. Non era vero. Forse qualcuno ha voluto soffiare sul braciere sul quale siedono le due forze del governo giallo-verde. Questo avviene al termine di una giornata tutta segnata dal caso Sea Watch, con il titolare del Viminale che, a cadenza quasi oraria, ribadisce come nessuno sbarco sarà autorizzato. Ecco perché, quando gli vengono mostrante le immagini dei primi trasbordi dei 47 migranti, Salvini, letteralmente, s’infuria.
“Se qualche ministro ha dato l’autorizzazione a sbarcare gli immigrati, se qualcuno vuole aprire i porti e aiutare gli scafisti ne risponderà davanti agli italiani”, sono le parole del leader della Lega. In trasmissione seguono alcuni minuti di confusa attesa, nel corso dei quali non si capisce, di fatto, chi abbia dato l’autorizzazione allo sbarco. Sullo schermo scorrono le immagini dei gommoni della Capitaneria di porto che trasportano i migranti a Lampedusa e ciò potrebbe far pensare che l’autorizzazione arrivi dal Ministero dei Trasporti, che è quello competente per i porti e la Guardia costiera. L’irritazione di Salvini è palpabile.
Arriva quindi la precisazione delle fonti di governo M5S: “Nessun ministro del Movimento ha aperto i porti”, viene spiegato sottolineando come lo sbarco sia l’effetto del sequestro della Sea Watch deciso del procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio. E, poco dopo che Salvini lascia il collegamento è Toninelli a sbottare: “Se ha qualcosa da dirmi, me la dica in faccia. Non parli a sproposito del sottoscritto in Tv. Magari il ministro dell’Interno si informi prima di parlare”, sono le sue parole.
Intanto il rimpallo di responsabilità in diretta tv non passa inosservato e viene giudicato dal Pd “un balletto ridicolo e senza vergogna”.
Ma Salvini non è uomo che si ferma davanti a nulla: ha parlato del rosario portatogli da Medjugorie, baciandolo davanti alle telecamere, e al proposito nel rassicurare il pubblico che non può essere certamente un credente modello un cattolico che va a messa colo tre volte l’anno, afferma con vigore che la sua “testimonianza di fede è il salvataggio di vite umane (i morti in mare, come gli sbarchi, sono calati del 90%)” e la “lotta agli schiavisti e i trafficanti di esseri umani, accogliendo chi ha davvero bisogno ma facendo rispettare regole e confini”. I dati sono a suo favore: “Nel 2019 si sono avuti solo due morti in mare: le stime dell’Unhcr contano, nello stesso periodo, 402 persone tra dispersi e morti”.
Questa mattina il vicepremier, ministro del Lavoro ed esponende dei Cinque Stelle, Luigi Di Maio, ha parlato invece della necessità di redistribuire negli altri paesi europei dei migranti sbarcati in Italia: ” Adesso invece di piangersi addosso mettiamoci al lavoro per portare questi migranti in altri paesi europei”, ha detto. “C’è la Chiesa Valdese che ha avanzato questa ipotesi, facciamolo perché io credo nella redistribuzione e credo che su questo l’Europa ci debba dare una grande mano”.
Di idea completamente diversa il suo amico, ex deputato M5S Alessandro Di Battista che ha “detto pubblicamente al MoVimento, che deve battersi, per quanto riguarda la politica estera, affinché venga garantito il diritto dei diritti, che è il diritto di stare a casa propria”.
A.B.
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