“Domenica voglio undici lupi. E non mi interessa il bel gioco, ma solo i tre punti”.Questi i bellicosi propositi di Garcia alla vigilia di un delicato Roma-Fiorentina. Il tecnico francese è stato accontentato. Almeno in parte. Perché la squadra ha reagito alla miniserie negativa di quattro pareggi mettendo in campo una determinazione feroce che, alla fine, ha consentito ai giallorossi di prevalere su una Fiorentina per nulla disposta ad ergere barricate ma confermatasi un gradino abbondante sotto le big del torneo in termini di cattiveria e cinismo.
Ciò in cui le indicazioni dell’allenatore sono state, invece, parzialmente disattese risiede nel gioco espresso. Semplicemente da leccarsi i baffi. Una gara, quella del lunch match, che, per intensità, emozioni, qualità tecnica delle giocate in rapporto ai ritmi molto elevati tenuti per tutti i 90’ è stata, in assoluto, la migliore vista sin qui nell’intero campionato. Altro che sano pragmatismo! Si sono visti due pugili sul ring che se le sono date di santa ragione sino al gong. Alla fine ha prevalso, per 2-1, la squadra migliore. O, semplicemente, la più squadra tra le due. Capace di un inizio arrembante sulle ali, o meglio, sull’ala di un Gervinho straripante e vincitore del duello individuale, tutto scatti e fantasia, con il pari ruolo gigliato, Cuadrado. Proprio da una percussione dell’ivoriano scaturiva l’1-0 di un Maicon forse sin troppo libero in area viola. La Roma cercava il colpo del k.o. ma era la Fiorentina a trovare il pari con una gran conclusione dal limite di Vargas. Cambiava il volto del match. Di lì in poi la sensazione era che ognuna delle due potesse trovare la vittoria. La colpa della Fiorentina era quella di non riuscire a capitalizzare il suo miglior momento (complice anche una gigantesca opportunità fallita da Aquilani), mentre la Roma, nella mezz’ora conclusiva tornava ad accelerare e, dopo un palo di Strootman, trovava il suo match winner nel neo entrato Mattia Destro, lesto a girare di prima intenzione alle spalle di un pur ottimo Neto un babà servitogli dal solito Gervinho. Una favola a lieto fine quella dell’attaccante, costretto ad oltre 6 mesi di oblìo per un infortunio dai contorni mai del tutto chiariti e che aveva scatenato un velenoso rimpallo di responsabilità tra lo staff medico della Roma e quello della nazionale under21, dopo la trasferta in Israele. Lo si era già detto su queste colonne: fermo restando l’importanza del recupero di Totti (in panchina, la prossima in campo), i giallorossi avevano bisogno di un centravanti vero, dati anche i problemi fisici di Borriello e proprio il rientro di Destro si sarebbe potuto rivelare la carta in più. Comprensibile ed anche emozionante l’esultanza della punta.
La Roma si riporta a -3 dalla Juve, passata per 2-0 anche a Bologna venerdì. Ma ora a +5 su un Napoli incapace di gestire un 2-0 e poi un 3-2 casalingo con l’Udinese. Una partita-manifesto dei pregi e difetti partenopei: tanto frizzante e la fase offensiva, quanto sconcertante quella difensiva. Per demeriti individuali, certo, ma anche per una disposizione tattica scellerata: Higuaìn, Pandev, Callejon e Insigne tutti insieme vuol dire costringere i due soli centrocampisti di ruolo a sforzi immani. Con l’aggravante di dover proteggere una linea difensiva già in difficoltà di suo.
Chiudiamo con l’ennesima sconfitta della Lazio. Stavolta a beneficiare dei tre punti un non certo trascendentale Torino, impostosi per 1-0 con rete di Glik (tre gol in A per lui, due dei quali ai biancocelesti). E la cosa peggiore è che questa sconfitta non ha sorpreso nessuno. Appare chiaro, ormai, che la squadra non segua più il tecnico e che lo stesso Petkovic sia in grande confusione. Le sirene svizzere, al momento, tacciono, ma la certezza di avere un tecnico a tempo non deve esser stata metabolizzata bene dai giocatori. Come, purtroppo, avevamo previsto senza voler peccare di presunzione. Petkovic ha ribadito di non aver alcuna intenzione di dimettersi e la società, che pure sta effettuando sondaggi da tempo (Yakin l’ultimo nome della lista), tace. Ma per il bene di tutti sarebbe opportuno un cambio di rotta senza perdere ulteriore tempo.
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