Serie televisive, un mondo virtuale. Che non conosce crisi

Il mondo delle serie televisive si espande sempre più e raggiunge livelli di ricercatezza artistica che solo un decennio fa sarebbero stati impensabili per un prodotto considerato così popolare e poco raffinato. Quanti sono abituati a concepire la serie televisiva ancora come l’evoluzione dei vecchi sceneggiati in fiction, sitcom divertenti, languide telenovela ed infinite soap opera, potrebbero restare sbalorditi nello scoprire lo sconfinato e multiforme panorama che le serie televisive offrono oggi agli occhi dei telespettatori più appassionati.

Nell’ultimo decennio  queste produzioni hanno subito un tale sviluppo da riuscire ad arrivare a competere sotto molti aspetti con le migliori realizzazioni   cinematografiche. Le serie televisive oggi sviluppano trame elaborate che si dipanano su più livelli, lungo il corso di intere stagioni, e offrono allo spettatore il gusto di vivere quasi all’infinito l’emozione di una storia, almeno fintantoché dura l’interesse del pubblico su un determinato prodotto.

Non c’è ambito narrativo che le serie tv non stiano esplorando: dal classico thriller, al noto medical drama, passando per il genere horror, fantastico, fantascientifico, storico, religioso, comico o western. Oggi le serie televisive offrono prodotti che si adattano ad ogni gusto. Un grosso impulso alla produzione, in tal senso, è stato dato dalla incredibile flessibilità di questo genere di spettacolo in grado di accogliere stimoli provenienti da ogni angolo della realtà quotidiana e di quella letteraria o storica. Ed ecco i richiami a Outlander o Pretty little liars, a The Flash, per finire a I Borgia, senza lasciare fuori agli eventi di cronaca più recenti, come Homeland o Romanzo criminale.

La bravura degli autori oggi  riesce a plasmare  a rielaborare in produzione televisiva seriale qualunque genere di evento garantendo attraverso una autentica rivoluzione cultural-commerciale scelte molto apprezzate dal pubblico.

E sempre in tema di televisione va inoltre detto che i nuovi orizzonti delle serie, soprattutto di quelle americane, travalicano i confini del piccolo schermo e riescono ad adattarsi magnificamente alle nuove forme di fruizione dello spettacolo offerte da Internet. Tanto che alcune delle serie che siamo abituati a seguire settimana dopo settimana, sia sul digitale terrestre che sui canali satellitari, spesso sono disponibili sul web – in modo più o meno legale – in un blocco unico che spesso assorbe gli spazi di un’intera stagione. E’ quanto avvenuto per House of Cards, i cui episodi sono stati offerti tutti insieme sulla famosa piattaforma Netflix, in contemporanea con la messa in onda televisiva.

A questa rivoluzione via etero e via cavo, il mondo del cinema ha deciso di non restare alla finestra guardando a questo fenomeno con sempre maggior interesse e meno arroganza. E’ il grande pubblico che fa differenza da qui la scelta di  grandi attori cinematografici, come Kevin Spacey (House of Cards), Steve Buscemi (Boardwalk Empire), Maggie Gyllenhaal (The Honuorable woman), Matthew McConaughay (True Detective), Kathy Bates (American Horror Story), Stanley Tucci (Fotitude), Bryan Cranston (Breaking Bad) o Sergio Castellitto (In Treatment), interpretare con successo e senza imbarazzo ruoli importanti nelle serie televisive, ricevendo il plauso del pubblico e diversi riconoscimenti. Come loro, anche noti registi e autori cinematografici e letterari hanno deciso di prestare il loro nome e il loro talento ad adattamenti televisivi ed episodi pilota delle serie oggi più famose: Martin Scorsese per Boardwalk Empire, Steven King per Under the Dome o Steven Soderbergh per The Knick.

La lista delle firme eccellenti, anche italiane che sempre più si spostano con disinvoltura dal cinema alle serie potrebbe continuare ancora a lungo, a chiara dimostrazione del successo crescente che queste ultime stanno acquisendo. Un boom produttivo e commerciale che in questo momento non sembra conoscere crisi, nonostante ogni serie richieda costi di realizzazione spesso sbalorditivi.

Vania Amitrano*

* collaboratrice IstanTv