Per alcuni clienti il caffè è gratuito, bisogna solo che rinuncino ad alcuni dati personali. Ma ne vale la pena, non tanto per risparmiare il costo di una bevanda o di una colazione, quanto piuttosto per il fatto che le informazioni lasciate, legate agli interessi personali e alla carriera universitaria, perché questo privilegio è ad uso e consumo degli studenti universitari, vengono condivise con aziende sponsor che poi usano quei dati per trovare nuove figure da assumere. Una sorta di “Linkedin”, il servizio web di rete sociale, gratuito, impiegato principalmente nello sviluppo di contatti professionali (tramite pubblicazione e diffusione del proprio curriculum vitae) e nella diffusione di contenuti specifici relativi al mercato del lavoro.
E’ la catena di caffè giapponese Shiru Cafe la promotrice dal 2013 di questa iniziativa che conta già 21 negozi, situati principalmente in Giappone e India, e che esattamente un anno fa ha aperto la sua prima sede americana a Providence, Rhode Island, presso il campus della Brown University ma è così lanciata che è in procinto di mettere base anche a Yale, Harvard e Princeton.
Per accedere al caffè gratuito, i clienti devono essere studenti o membri di facoltà che forniscano dati personali, inclusi i loro nomi, le date di nascita e l’esperienza lavorativa attraverso un processo di registrazione online.
Il modello di business di Shiru è quello che tratta i dati personali come valuta da scambiare per merci. Le entrate sono generate da sponsor aziendali – tra questi ci sono Microsoft, Suzuki e Nissan – che pubblicizzano sul sito e raggiungono potenziali assunzioni tramite eventi ospitati. È una svolta nei programmi di fidelizzazione che offrono ai clienti punti per gli acquisti e il diritto di tracciare il comportamento d’acquisto.
“Il nostro obiettivo è aiutare gli studenti a rendere più facile il passaggio dalla vita accademica al posto di lavoro e consentire loro di prendere decisioni migliori”, ha dichiarato il direttore generale di Shiru, Nord America, Keith Maher.
Pagare con i dati è una formula in circolazione da anni in varie forme: le carte fedeltà del rivenditore ne sono un esempio. La proposta di valore del rivenditore è stata approssimativamente identificata per tracciare le preferenze di acquisto personali e offrire in cambio degli sconti. I rivenditori e le istituzioni finanziarie stanno sempre più cercando di personalizzare le offerte in base alle preferenze dei clienti raccolte attraverso gli sforzi di raccolta dei dati. I programmi di fidelizzazione, comprese le carte di credito di marca, consentono alle aziende di vendere ai clienti in base alle loro abitudini. La logica è, se il marchio è trasparente su ciò che il cliente ottiene in cambio dei dati e di come vengono utilizzati i loro dati, sarà più probabile che condividano le informazioni personali.
A.B.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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