Dopo 16 giorni di shutdown, la chiusura forzata dei servizi federali, ad un passo dal default, l’America si salva per il voto positivo della Camera dei Rappresentanti : 285 voti a favore e 144 contrari (tutti di repubblicani). Il responso della Camera (a maggioranza repubblicana) è giunto due ore dopo il Senato dove il via libera era arrivato con 81 si e 18 no. Si tratta comunque di una soluzione tampone, che permette di riaprire le attività del Governo fino al 15 gennaio e alzare il tetto del debito fino al 7 febbraio. Un compromesso “last-minute” che il Presidente Barack Obama ha già trasformato in legge “per riaprire subito il governo ed eliminare questa nuvola di incertezza che pesa sul nostro business e sulla gente americana”, allontanando la minaccia di un default, letale per l’ economia americana e mondiale. Gli analisti stimano perdite per 24 miliardi di dollari negli Usa in due settimane.
A festeggiare la fine dello shutdown sono soprattutto gli 800.000 lavoratori federali mandati a casa lo scorso primo ottobre, e per la maggior parte rimasti da quel giorno senza stipendio. Dopo una settimana, infatti, il Pentagono è riuscito a rimettere al lavoro 350.000 dei suoi dipendenti civili, forte di una legge firmata pochi giorni prima dal presidente Obama la quale assicurava che i militari americani in servizio in tutto il mondo (circa 1,4 milioni) sarebbero stati impiegati regolarmente anche sotto shutdown, così come i dipendenti del Pentagono e contractor che sostengono la loro attività. Sono comunque rimaste a casa per oltre due settimane 450.000 persone, tutte in attesa di potersi rimettere all’ opera. Tuttavia, come avverte il Washington Post, le dinamiche non sono ancora molto chiare.
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