Il "Dream Team" del fioretto: Di Francisca, Errigo, Batini e Vezzali
Sul regno del fioretto azzurro femminile il sole non tramonta mai. E’ questa la prima considerazione che viene in mente dopo aver ammirato il nostro splendido quartetto rosa prendersi l’oro nella prova a squadre di questi trionfali Mondiali di Kazan2014, battendo in finale le temibili padrone di casa russe che, solo a giugno, nella gara conclusiva per il titolo europeo a Strasburgo, avevano fatto vacillare le nostre splendide ragazze costringendole ad un arrivo in volata terminato con una sola stoccata di differenza a nostro favore, e dopo lo smacco dei Mondiali di Catania 2011 dove, all’epilogo di un’altra finale punto a punto, le russe si erano imposte non senza polemiche per qualche stoccata dubbia assegnatale.
La Haka prima di ogni gara
La seconda considerazione da fare è che il quartetto italiano ha proseguito una striscia impressionante che vede le nostre fiorettiste trionfare nella prova a squadre quasi ininterrottamente dal 1992 (allora, in pedana, avevamo Vaccaroni, Bortolozzi, Bianchedi, Zalaffi e Trillini, ora “maestra” della Di Francisca, in un ideale passaggio di testimone generazionale) e, in tema di Mondiali e Olimpiadi (che si sostituiscono ai Mondiali nell’anno olimpico salvo per quella, tra le armi, che viene, a rotazione, esclusa dal programma a cinque cerchi), solo per dieci volte in questi 22 anni non salire sul gradino più alto del podio (e in sole 5 occasioni tra queste, fuori dalle prime tre). Un dominio senza eguali non solo per lo sport italiano.
Una terza riflessione la merita l’esito della finale con le ottime e combattive russe: un 45-35 che testimonia di una sfida che si è mantenuta sul filo dell’equilibrio sino al penultimo assalto, quello che Elisa Di Francisca, la grande delusa della prova individuale, che ha concluso sul 40-35 prima di consegnare l’onore e l’onere della chiusura alla campionessa del Mondo nell’individuale, Arianna Errigo, che ha portato a termine l’assalto conclusivo. Ma, nonostante, due sorpassi subiti nella fase centrale, una finale sempre in controllo come non era riuscito contro le medesime avversarie nè a Catania nè a Strasburgo. Comunque, l’unico ostacolo vero sulla strada dell’oro dopo le facili affermazioni su Brasile, Germania e Corea del Sud, lasciate a quota 21, 22 e 23 stoccate rispettivamente in ottavi, quarti e semifinali. Una prova di forza come raramente se ne vedono in giro nell’intero panorama sportivo mondiale. Con l’ulteriore motivo d’orgoglio che a guidare le russe c’era Stefano Cerioni, ex tecnico della nostra nazionale, oltre che un fuoriclasse quando tirava (fu oro all’Olimpiade di Seul nel 1998) e mieteva successi in serie in quello che rimane il primo “dream team” del nostro fioretto, stavolta al maschile, con Mauro Numa, Andrea Borella, Angelo Scuri e Andrea Cipressa, ora tecnico azzurro.
Dopo l’oro sono solo salti di gioia
Un’ ultima annotazione, d’obbligo, va ad appuntarsi sul ricambio generazionale in atto: Valentina Vezzali, il simbolo più vincente del nostro sport tutto, ha assistito agli assalti per l’oro (ma la stessa cosa era avvenuta anche nei quarti e in semifinale) da “bordo pedana”, fatto inusuale per lei anche se non una novità assoluta (le era capitato anche ai Mondiali di Budapest 2012). Al suo posto, l’ultimo prodotto di una nidiata di campionesse che sembra non finire mai: la 25enne pisana Martina Batini, fresca dell’argento individuale alla sua prima esperienza iridata e già argento nell’individuale e oro a squadre all’Europeo di Strasburgo. Non si fa a tempo a tributare i meritatisssimi onori alla campionessa di mille battaglie e più forte schermidrice di sempre, che già si profila l’adeguato ricambio. Il tutto, mentre Arianna Errigo occupa stabilmente il primo posto nel ranking mondiale e la Vezzali giura che il suo prossimo obiettivo è Rio 2016.
Bianchedi, Trillini, Zalaffi, Bortolozzi, Vaccaroni: l’inizio dell’epopea con l’oro di Barcellona ’92
In un simile quadro stona la folle decisione del Comitato Olimpico Internazionale di escludere dal programma dei Giochi la competizione a squadre di una delle armi a rotazione: a Rio toccherà proprio al fioretto, tra le donne.
Infine, arriviamo all’ultima giornata di gare a Kazan ancora in testa nel medagliere e, quindi, un ringraziamento va anche ai colleghi del fioretto maschile che nella prova a squadre hanno conquistato il bronzo dopo aver superato nettamente (45-29), anche in questo caso, i padroni di casa russi. In semifinale, Cassarà, Baldini, Aspromonte e Avola, avevano ceduto per 45-39 alla Cina. un risultato che mitiga solo in parte l’amarezza di aver ceduto la palma di primi della classe dopo l’oro di Londra 2012 e Budapest 2013 e la scialba prestazione dei nostri quattro alfieri nella prova individuale.
Aspromonte, Cassarà, Avola e Baldini: “facce di bronzo”
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy