Migliaia a porgere l’ultimo saluto a Marco Simoncelli nella piccola chiesa di S. Maria Assunta di Coriano, città di residenza dei Simoncelli. La chiesa era strapiena, con i 400 posti occupati, ma in diecimila sono riusciti ad entrare nel piccolo paese romagnolo prima che fosse chiuso dalle forze dell’ordine per motivi di sicurezza. Tutti gli altri, almeno 50 mila, si sono dovuti accontentare dei maxischermi, uno in piazza e uno sul circuito di Misano. E, mentre Valentino Rossi, come ultimo saluto ha acceso e fatto rombare in chiesa la Honda della Motogp di Simoncelli, il centauro caduto sul circuito malese faceva un vero ‘miracolo’: quello di unire insieme tante persone – amici, piloti, giornalisti, sportivi, gente comune – tutti coloro che a Marco hanno voluto davvero bene.
Già all’apertura delle porte erano in 200 ad essersi dati appuntamento per vedere per l’ultima volta il pilota, vestito come era uso quando camminava per le strade della città: maglia e jeans. Poi, i fans di Marco Simoncelli sono diventati 20mila: tanti quelli che sono passati nella camera ardente allestita all’interno del teatro di Coriano. La Gilera del Mondiale vinto in 250 e la Honda con cui correva in MotoGP adagiate sul palcoscenico del teatro. I funerali si terranno domani alle 15 nella Chiesa Santa Maria Assunta e le immagini verranno proiettate su maxischermi allestiti in tutta la città che ha già indetto una giornata di lutto e, molto probabilmente, ci sarà anche la diretta Rai. L’Amministrazione comunale, intanto, sta lanciando appelli a rimanere a casa per evitare problemi di ordine pubblico. Sono previste, infatti, circa 50mila persone, mentre non sarebbe possibile accoglierne più di 10mila. La funzione, che sarà in forma privata, verrà officiata dal vescovo di Rimini, Francesco Lambiasi. Commosso, il papà Paolo, ha tenuto a ringraziare tutti per il calore mostrato nei confronti di Marco e della famiglia Simoncelli e per non averli lasciati soli in queste ore di tragedia e ha voluto ricordare così il figlio: “Marco era una persona speciale, la gente ha capito com’era, se doveva dire la parolaccia la diceva e poi era onesto, era un puro. Dicono che Dio chiama in Paradiso i migliori, non lo so, magari fosse così… Con tutti i giornalisti è sempre stato disponibile, anche quando la gente lo disturbava mentre mangiava e anzi si lamentava se io dicevo qualcosa. Viveva di cose semplici, il suo cane, i prati. Prima di partire e prima di una gara ci abbracciavamo sempre, sabato mi ha detto che era stanco e voleva tornare a casa, la preparazione per la gara in Malesia è sempre stata difficile”. Nelle ultime ore, poi, sono girate spesso le immagini dei soccorsi in cui si nota che un barelliere scivola e Marco cade sul prato, ma anche qui Paolo ha tenuto a precisare: “”Ero li a 10 metri, non sarebbe cambiato niente, quando si sono rialzati ho preso la mano a Marco, ho provato a salutarlo, ma lui era già andato, non c’era niente da fare, non sarebbe cambiato niente. Quella è tutta gente che cerca di fare del proprio meglio. Se avesse lasciato la moto… Non lo ha fatto perché era un guerriero”, stroncando così, sul nascere, le polemiche sulla paventata inadeguatezza dei soccorsi. Valentino Rossi, sullo stesso aereo dei Simoncelli, ha voluto metter a tacere le voci circolate circa un suo ritiro dalle corse. Lo stesso ha fatto anche Jorge Lorenzo.
A domani per l’ultimo saluto.
Daniele Puppo
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