Stavolta a lanciare l’ennesimo allarme è il Consiglio superiore della Sanità che ha deciso di elevare da uno a due su un totale di tre gradi, il livello di pericolosità delle sigarette elettroniche. Il rimedio contro i danni da fumo rischia dunque di rivelarsi peggiore dei problemi che si vogliono evitare a chi cerca di uscire dal pericoloso tunnel del tabacco. Cosa ha convinto la massima autorità sanitaria nazionale a lanciare l’allarme. Semplice: i morti per complicazioni legate all’uso delle sigarette elettroniche hanno ormai raggiunto nel mondo quota 70. Settanta morti, più che sospette, quasi certamente legate, a giudizio di diversi organismi di controllo (americani in testa) che attaribuiscono i decessi al combinato disposto di quanto e a quali condizioni viene inalato attraverso le sigarette elettroniche. Ma cosa dicono esattamente gli esperti dell’Iss che in merito alla questione hanno subito coinvolto Ministero della Salute e assessorati regionali di tutta Italia? L’obiettivo, come anticipato oggi dal quotidiano Il Messaggero, è “vigilare sulla grave malattia polmonare tra le persone che utilizzano le sigarette elettroniche”, e in particolare alcuni liquidi, e monitorare l’insorgenza delle gravi lesioni polmonari riscontrate in Usa. Ma lo stato di allerta è qualcosa partita da lontano. La decisione e’ stata infatti assunta sulla base delle segnalazioni ricevute dall’Osservatorio Europeo delle droghe e delle tossicodipendenze di Lisbona. Il grado 2 indicato dal consiglio superiore, indica il rischio di lievi danni per la salute e di diffusione di sostanze nel mercato illecito. Ma una indicazione più chiara viene dall’esame del mercato americano. Quelli registrati negli Usa sono circa 1300 casi e 26 morti da polmonite chimica, soprattutto tra i più giovani. La maggior parte di questi ultimi, secondo i rilievi delle autorità sanitarie Usa avrebb utilizzato prodotti per e-cig contenenti THC (tetraidrocannabinolo). Molti avrebbero usato prodotti a base sia di THC che nicotina e altri solo nicotina. I Centers for diseases control (Cdc) segnalano inoltre che molti casi sono collegati all’uso di prodotti acquistati su canali non ufficiali e rivenditori non autorizzati. Gli esperti però avvertono: ciò che è stato registrato negli Stati Uniti per ora non ha alcun riscontro in Italia e in Europa, perché il problema negli Usa è rappresentato dall’uso senza regole dell’e-cigarette, spesso legato al consumo di stupefacenti. Nel nostro Paese i controlli sulla vendita nei canali ufficiali delle sostanze con cui sono caricati questi strumenti sono molto più rigorosi. L’assenza di un nesso di causalità, scrive l’Iss, tra i casi di malattia polmonare e una singola sostanza, marchio o metodo di utilizzo lascia però i Paesi europei, tra cui l’Italia, in una situazione di allerta.Il messaggio del Css resta comunque chiaro. Tutti, ministero della sanità in testa, da oggi dovranno vigilare di più.
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