Simone Inzaghi: nuovo tecnico della Lazio?
La parole fine al tormentone di queste ore su chi sarà alla guida della Lazio nella stagione 2014/15 verrà pronunciata dopo il weekend.
Lunedì o martedì Lotito incontrerà Reja e tutto verrà definito. In realtà, pare si tratti di disvelare il segreto di Pulcinella: il goriziano avrebbe deciso di abbandonare la panchina biancoceleste.
Edy Reja sembra dire: basta così
I segnali, del resto, c’erano già: Reja aveva marcato visita alla presentazione della nuova academy laziale intitolata all’indimenticato Bob Lovati e aveva preferito rimanere nella sua Lucinico e la società, a fronte di precise garanzie tecniche richieste dall’allenatore, aveva già risposto con il proposito di smantellare buona parte del reparto difensivo (Biava ha già salutato tifosi e compagni: chiuderà a Bergamo; Dias non dovrebbe rinnovare; Ciani potrebbe tornare in Francia, così come Pereirinha in Portogallo, mentre Cana avrebbe preteso un posto da titolare per rimanere e Cavanda avrebbe offerte dall’Inghilterra) e con alcune cessioni eccellenti programmate a centrocampo (Lulic andrà quasi certamente alla Juve e partirà anche uno tra Onazi e Gonzalez, fermo restando l’enigma-Candreva: se verrà riscattato dall’Udinese bisognerà poi resistere all’assalto del Psg).
Una virata decisa verso il lancio in pianta stabile in prima squadra di molti giovani. Accompagnata dall’esplicita richiesta di praticare un calcio più offensivo.
Una decisione incompatibile con il profilo di un tecnico quale Reja, da sempre restìo a lanciare forze fresche per affidarsi all’usato sicuro.
Inoltre, il goriziano avrebbe anche mal digerito le contestazioni della piazza biancoceleste che lo ha accomunato a Lotito nel calderone dell’eclatante protesta che ha, di fatto, privato la Lazio del proprio pubblico in tutte le gare successsive all’iniziativa “Libera la Lazio” andata in scena nel posticipo serale contro il Sassuolo di febbraio scorso.
Troppo per l’attuale allenatore.
Meglio lasciarsi così, senza rancori. Del resto, i rapporti con il presidente sono tuttora ottimi e un divorzio non avrebbe neppure strascichi legali: l’accordo tra le parti aveva una durata di 6 mesi. Dopo ci si sarebbe ritrovati a un tavolo per decidere il da farsi.
Il momento più bello di Reja in biancoceleste: esultante dopo il derby vinto il 16/10/2011 con gol di Klose al 93′
Reja lascia consapevole di aver svolto ancora una volta il ruolo di salvatore della patria laziale nel migliore dei modi possibili: senza entusiasmare nessuno sul piano del gioco, ha comunque risollevato un gruppo allo sbando che, con Petkovic, era arrivato a soli 5 punti dalla zona retrocessione. Il tutto senza poter contare sull’apporto del tifo nei metch casalinghi. Non gli si sarebbe potuto chiedere di più.
Ma chi sarà il successore?
Martedì c’è stato un autentico “blitz” a Formello di Stefano Pioli, l’ex tecnico del Bologna. Il suo profilo ben si concilierebbe con quello richiesto da una società proiettata a ricostruire attorno a ragazzi promettenti e anche l’ingaggio non sarebbe affatto “expensive” (quanto al contratto in essere con i petroniani, la risoluzione arriverebbe in settimana, ndr). Ma ci sarebbe il Cagliari “americano” già pronto sulle tracce del tecnico.
Più percorribile (e forse anche preferibile agli occhi della dirigenza biancoceleste) la strada che porta alla successione interna: cioè a Simone Inzaghi. Uno che di giovani sa il fatto suo. Attuale allenatore della Primavera laziale con la quale ha dominato il girone C, dopo aver conquistato (ai danni della Fiorentina) la Coppa Italia di categoria. Ora è impegnato nei playoffs scudetto e mercoledì 4 sarà atteso da un torrido derby con la Roma nei quarti di finale. Inzaghi, qualunque sia la decisione della società, rimarrà alla guida dei suoi ragazzi sino al termine del campionato con l’obiettivo dichiarato di provare a confermare il titolo di campione d’Italia conquistato sotto la guida di Alberto Bollini (attuale vice di Reja e un futuro di nuovo nel settore giovanile laziale o al posto di Gregucci sulla panchina della Salernitana).
Inzaghi, rispetto a Pioli, godrebbe anche del vantaggio di essere praticamente di casa alla Lazio: dieci anni da giocatore e quattro da allenatore. Nessuno meglio di lui conosce anche il più remoto anfratto di Formello e dintorni.
I fratelli Inzaghi ancora contro?
Sarebbe un’ipotesi molto suggestiva: il derby dei fratelli Inzaghi, disputatosi in diverse occasioni quando i due erano in calzoncini, ora si sposterebbe sulle panchine.
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