E’ iniziata la verifica da parte degli ispettori delle Nazioni Unite sull’uso di armi chimiche nella guerra civile siriana. Oggi visiteranno i sobborghi a sud e ad est di Damasco che, in base a video diffusi dall’ opposizione, sono stati colpiti da un attacco chimico che ha fatto circa 1.300 vittime. Anche se il sopralluogo arriva dopo il via libera del regime siriano, il presidente siriano Bashar al Assad respinge fermamente le accuse rivoltegli dall’ occidente che costituiscono addirittura un “insulto al buon senso” e avverte che se gli Stati Uniti, come annuncia la stampa britannica, dovessero attaccare “dovrebbero far fronte a un fallimento (se attaccassero la Siria) proprio come in tutte le precedenti guerre ingaggiate, partendo dal Vietnam per arrivare ai giorni nostri”.
Ma l’America nutre sospetti che l’ ispezione arrivi troppo tardi perché possa portare ad accertamenti attendibili (le accuse sull’ uso di armi chimiche hanno trovato una prima conferma sabato scorso da parte di Medici senza Frontiere che ha parlato di almeno 355 persone morte per aver inalato sostanze “neurotossiche”) e al contempo si affretta a smentire le anticipazioni dei quotidiani britannici sulla possibilità di riunire a giorni le forze militari dei due Paesi per sferrare, come si legge sul “Telegraph” un attacco missilistico contro il regime. Il “Daily Mail” riferisce che il presidente Usa Barack Obama e il premier britannico David Cameron, in un colloquio telefonico di 40 minuti nel corso del weekend hanno discusso del piano di attacco, che potrebbe essere finalizzato entro 48 ore.
Ma la Russia osserva e attraverso il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, avverte il segretario di Stato americano, John Kerry, sulle “conseguenze estremamente gravi” che avrebbe un eventuale intervento militare Usa contro il regime siriano: lo ha reso noto lo stesso dicastero di Mosca sul proprio sito Internet, riferendo il contenuto di una conversazione telefonica tra i capi delle due diplomazie.
Si fa avanti invece la Turchia che si dice pronta a unirsi a qualunque coalizione internazionale si formasse per intervenire militarmente in Siria contro il regime di Bashar al-Assad, anche qualora non fosse possibile raggiungere un ampio consenso al riguardo in sede di Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, e dunque persino in assenza di uno specifico mandato Onu. la Turchia. A dichiararlo è il ministro degli Esteri di Ankara, Ahmet Davutoglu, in un’ intervista rilasciata al quotidiano ‘ Milliyet’.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy