I miliziani dell’ISIS controllano l’80% del quartiere-campo profughi di Yarmuk, abitato da rifugiati palestinesi, a Damasco, capitale della Siria. La situazione umanitaria nel quartiere è catastrofica: 3.500 bambini sono intrappolati nel campo e rischiano la vita, molti medici volontari sono stati uccisi o rapiti, e per le strade non si riesce più a soccorrere i feriti.
Dopo un assedio durato due anni, nei giorni scorsi i jihadisti sono riusciti a penetrare a Yarmuk, e ora ne controllano la maggior parte. Lo hanno affermato fonti della comunità palestinese a Damasco.
Si combatte ancora casa per casa: da una parte i miliziani fedeli al sedicente califfo Abu Bakr al-Baghdadi, con l’aiuto di elementi di Jabhat al-Nusra, formazione affiliata ad al-Qaeda attiva in Siria e Libano. Dall’altra i miliziani di Aknaf Bayt al-Maqdis, ramo locale di Hamas, che provano a resistere alla loro avanzata.
Stando alle denunce delle organizzazioni umanitarie, il quartiere è stato anche bombardato da elicotteri dei lealisti siriani, fedeli al presidente Bashar al-Assad, nel tentativo di fermare o quantomeno rallentare i jihadisti nella loro corsa verso i palazzi del potere al centro di Damasco.
Negli scontri nella zona controllata dall’ISIS, secondo quanto affermato dall’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, sono rimasti uccisi almeno nove militanti palestinesi, due dei quali sono stati decapitati.
La stessa organizzazione ha accusato i lealisti di aver impiegato barili esplosivi contro i jihadisti.
Intanto, le condizioni di vita dei pochi civili rimasti nel quartiere peggiorano di ora in ora: nel campo mancano cibo, medicinali e acqua.
“A Yarmuk stiamo assistendo a una farsa. I palestinesi all’interno della Siria hanno faticosamente mantenuto una posizione di equilibrio per rimanere fuori dal conflitto, e per questo ora sono sotto assedio”. Sono parole di Roger Hearn, direttore regionale di Save the Children per il Medio Oriente. Spiega Hearn: “La vera tragedia è che i palestinesi all’interno della Siria non hanno un posto dove scappare e trovare rifugio”. Ai palestinesi, infatti, è vietato attraversare le frontiere della Siria.
Nel quartiere vivono ancora 3.500 bambini, che rischiano di rimanere uccisi o feriti negli scontri. A Yarmuk non si riesce più a fornire assistenza medica ai feriti. Gli ospedali della zona, gestiti da volontari, sono rimasti danneggiati nei combattimenti.
Ma secondo quanto riportano fonti di Save the Children, il personale degli ospedali ha subito anche attacchi mirati: diversi medici e operatori umanitari sono stati uccisi, feriti o rapiti, e altri sono ancora dispersi.
L’organizzazione ha chiesto alla comunità internazionale di convincere le parti in conflitto a un cessate il fuoco umanitario, per mettere in salvo gli ultimi civili e soccorrere i feriti.
F.M.R.
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