Le minacce di Trump e la risposta di Mosca. Da Skripal ai Balcani, passando per il Russiagate. Perchè tutto fa pensare che questa volta il presidente americano faccia sul serio.
I toni sono cambiati dall’attacco di un anno fa, quando l’amministrazione Trump sanzionò con una pioggia di missili Tomahawk, una base siriana dopo l’offensiva di Assad con il Sarin a Khan Sheikhoun che provocò la morte di 60 civili.
Sembra sempre meno probabile che il presidente statunitense, tornato ad utilizzare parole forti, dopo il presunto attacco chimico di sabato scorso a Douma, si limiti ad un’azione dimostrativa che non porti con sé danni collaterali.
Dopo aver chiamato Assad su twitter un animale e aver accusato il presidente Putin e l’Iran di averlo sostenuto, Trump rincara la dose e sempre su twitter usa parole chiare:
“La Russia minaccia di abbattere tutti i missili sparati verso la Siria. Tieniti pronta Russia, perché stanno per arrivare, belli, nuovi e ‘intelligenti’! Non dovreste essere alleati di un animale assassino che uccide la sua gente con il gas e si diverte nel farlo”. “Rapporti con la Russia, peggiori di sempre dai tempi della Guerra Fredda”
“La Russia minaccia di abbattere tutti i missili sparati verso la Siria. Tieniti pronta Russia, perché stanno per arrivare, belli, nuovi e ‘intelligenti’! Non dovreste essere alleati di un animale assassino che uccide la sua gente con il gas e si diverte nel farlo”.
“Rapporti con la Russia, peggiori di sempre dai tempi della Guerra Fredda”
precisa il tycoon e forse, in questo caso, non ha tutti i torti.
Durante il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, la Russia ha usato il suo peso per bloccare un’indagine sulla strage chimica di Assad. Sebbene degli esperti internazionali si recheranno a Douma per reperire prove degli agenti chimici, l’intelligence di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna dicono che non possono aspettare l’esito delle verifiche.
Venti di guerra che ricordano lo scenario del botta e risposta con la Corea del Nord, ma qui i termini sono diversi e soprattutto gli attori. Con l’escalation di accuse dai Paesi tra cui gli Stati Uniti, contro Mosca dopo il caso Skripal, la Siria potrebbe ben presto diventare il teatro dello scontro piu allargato tra i due assi.
Da un lato Russia Iran e Siria, dall’altro Stati Uniti, Israele e Arabia Saudita. I segnali ci sono tutti. La nave lancia-missili USS Cook davanti alla costa siriana in attesa del segnale del Pentagono e il riferimento alla “linea rossa”, quella di Trump stavolta con tanto di ultimatum.
Trump, ha voglia di segnare un precedente importante nei confronti di Obama, che nel 2013 dopo un attacco chimico di Assad non riuscì a far rispettare quel limite. Non solo, il presidente statunitense, sopraffatto dalle indagini dell’Fbi sul caso Russiagate sta cercando di prendere le ditanze dall’ormai arcinemico Putin.
A dimostrazione di questo, di recente, durante le celebrazioni per il centenario dall’indipendenza dall’impero russo i capi di stato di Estonia, Lettonia e Lituania, si sono recati a Washington per riaffermare quella alleanza in chiave anti-Mosca.Un ruolo quindi degli Stati Uniti che vede la regione balcanica diventare l’ulteriore teatro dove l’attrito tra Washington e Mosca si amplifica e si consuma.
Giorgia Orlandi
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