IPad, Iphone, tablet e dispositivi tecnologici più in generale hanno cambiato la nostra vita stravolgendola. E non soltanto in termini di abitudini che per molti equivalgono anche ad ore sottratte al riposo. Il problema si fa più pesante quando sono i bambini ad utilizzare tali dispositivi perché la scienza ha appurato che l’uso continuato nel tempo di tali dispositivi sta lentamente cambiando la struttura del cervello dei piccoli. Da tempo infatti i pediatri raccomandano di non sostituire la baby sitter un qualsiasi device elettronico. La ragione sta proprio nel fatto che la ricerca che ha messo in relazione tempo di utilizzo e cervello ha scoperto oltre alla modifica della struttura, si perdono le capacità cognitive.
I ricercatori del Cincinnati Children’s Hospital hanno sottoposto 47 bambini e bambine tra 3 e 5 anni ad un test per valutare le capacità di percezione, immaginazione memoria e ragionamento, oltre che a una risonanza magnetica al cervello per stabilire la cosiddetta ‘integrità della sostanza bianca’, cioè di quella parte che garantisce il corretto passaggio delle informazioni fra le varie zone. Ai genitori invece è stato fatto compilare un questionario sulle ore passate davanti allo schermo e sui contenuti guardati, da cui è scaturito un punteggio. “Alti punteggi nel questionario sono associati significativamente ad un linguaggio meno espressivo, una minore abilità di dare il nome rapidamente agli oggetti e a più basse capacità di scrittura – scrivono gli autori -. All’aumentare del punteggio è risultata associata anche una minore integrità della sostanza bianca, in tratti che coinvolgono le funzioni del linguaggio e dell’alfabetizzazione”.
Non è il primo e non sarà certo l’ultimo allarme lanciato dagli esperti sui pericoli dovuti agli schermi. Le ricerche in America, cui spetta sicuramente il primato per l’utilizzo di internet (il 92% dei piccoli inizia ad usare i dispositivi digitali già nel primo anno di vita mentre a due anni l’utilizzo diventa giornaliero), si moltiplicano e gli scienziati che vi lavorano prevedono tempi lunghi per poter far emergere risultati ancora più sicuri sui pericoli dei dispositivi tecnologici.
L’American Academy of Pediatrics e la Canadian Society of Pediatrics affermano che i bambini da 0 a 2 anni non dovrebbero essere esposti alla tecnologia, dai 3 ai 5 l’esposizione dovrebbe essere di un’ora al giorno, mentre dai 6 ai 18 non più di due ore al giorno.
Ma chi rispetta queste regole? I bambini e i giovani, anche in Italia, fanno uso della tecnologia 4-5 volte in più dell’ammontare di ore raccomandato, con conseguenze serie e spesso pericolose per la vita. L’appello quindi va rivolto a genitori e insegnanti. Soprattutto ai primi, che come sono attenti alla salute fisica dei propri figli altrettanto devono esserlo per quella mentale. Perché è dimostrato che:
– l’uso della tecnologia limita il movimento, e questo può causare ritardi nello sviluppo. Attualmente, un bambino su tre inizia la scuola con ritardi relativi allo sviluppo che influenzano negativamente l’alfabetizzazione e i risultati scolastici (HELP EDI Maps 2013). Il movimento migliora l’attenzione e la capacità di apprendimento (Ratey 2008). L’uso della tecnologia, sotto i 12 anni, è dannoso per lo sviluppo e l’apprendimento del bambino (Rowan 2010).
– la sedentarietà dovuta alla esposizione a tv e videogiochi è associata all‘aumento dell’obesità (Tremblay 2005). I bambini che hanno dispositivi elettronici in camera da letto riportano il 30% in più di casi di obesità (Feng 2011), con le conseguenze che ciò comporta: diabete, ipertensione, riduzione dell’aspettativa di vita. Soprattutto a causa dell’obesità, i bambini del 21° secolo potrebbero rappresentare la prima generazione in cui saranno in molti a non vivere più a lungo dei genitori (Professor Andrew Prentice, BBC News 2002).
– Il 60% dei genitori non controlla l’uso della tecnologia dei proprio figli, e il 75% dei bambini hanno apparecchi tecnologici in camera (Kaiser Foundation 2010). Il 75% dei bambini di 9 e 10 anni non dorme abbastanza, tanto che il rendimento scolastico ne risente in maniera drammatica (Boston College 2012)
– L’uso eccessivo della tecnologia è uno dei fattori causali dell’aumento di depressione infantile, ansia, disturbi dell’attaccamento, deficit di attenzione, autismo, disturbo bipolare, psicosi e comportamento problematico (Bristol University 2010, Mentzoni 2011, Shin 2011, Liberatore 2011, Robinson 2008).
– I contenuti violenti dei media possono generare aggressività nel bambino (Anderson, 2007). Gli Stati Uniti hanno definito la violenza nei media un rischio per la salute pubblica a causa del suo impatto sull’aggressività infantile (Huesmann 2007).
– I contenuti sempre più veloci dei media possono contribuire allo sviluppo del deficit di attenzione, e alla diminuzione della concentrazione e della memoria, poiché il cervello elimina le tracce neuronali dalla corteccia frontale (Christakis 2004, Small 2008). I bambini che non riescono a prestare attenzione, non imparano.
– L’Organizzazione Mondiale per la Sanità ha classificato i cellulari ( e altri dispositivi wireless) come un rischio di categoria 2B (potenzialmente cancerogeno) a causa dell‘emissione di radiazioni (WHO 2011). Nel dicembre del 2013, il Dottor Anthony Miller dall’Università di Toronto ha suggerito che, in base alle nuove ricerche, l’esposizione alle radiofrequenze dovrebbe essere riclassificata come 2A (a rischio cancerogeno). L’American Academy of Pediatrics ha sollecitato la revisione delle emissioni di radiazioni elettromagnetica EMF dei dispositivi elettronici, menzionando tre motivi riguardanti il loro impatto sui bambini (AAP 2013).
I genitori sempre più incollati alla tecnologia, si allontanano dai propri figli. Di conseguenza, quando manca da parte dei grandi l’attenzione verso i più piccoli loro si consolano con i dispositivi elettronici. Per usare una metafora, è come il cane che si morde la coda. Una situazione senza via d’uscita se non la si vuole trovare. Quando nasce una dipendenza da schermi piatti che permettono giochi, proiettano filmati per tutti i gusti, di qualsiasi genere, smartphone e tablet che offrono la possibilità di chattare con compagni di scuola, amici e anche sconosciuti, teniamo presente che è tempo rubato ai giochi, allo studio, all’aria aperta. Ai rapporti sociali quelli veri, delle persone che si guardano in faccia mentre parlano e la cui voce spiega ancora meglio ciò che viene detto.
I bambini sono il nostro futuro, lo sappiamo bene. Ma a queste condizioni non c’è un futuro garantito per i giovanissimi che abusano della tecnologia digitale. Dobbiamo quindi rivedere tutti le nostre abitudini per presentare alla prossima generazione un modello educativo che li tenga lontani da un uso smodato di ciò che promette loro soprattutto evasione e divertimento, senza limiti e senza controllo. Un abuso che come qualsiasi altro non può che produrre effetti sempre più devastanti dal punto di vista psicosociale.
A.B.
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