Che l’inquinamento provochi danni alla salute, è cosa nota e confermata da numerosi studi epidemiologici. Si rischia addirittura l’infarto con una sola ora di esposizione a smog anche se nei limiti tollerati. E’ quanto ha rilevato uno degli studi presentati dalla European Society of Cardiology (Esc), nel corso di una sessione dedicata interamente a questo tema, durante il congresso mondiale che si svolge a Londra in questi giorni e che terminerà il 2 settembre prossimo: cinque giorni di sessioni su 150 diversi argomenti legati alla salute di cuore e arterie, 30.000 partecipanti da 140 Paesi, 11.000 abstract presentati.
Il primo lavoro su particolato e inquinamento atmosferico da No2 (ossido nitrico) ha messo in evidenza un’associazione con un aumento del rischio di attacchi cardiaci gravi, pur essendo lo smog rilevato entro i livelli europei raccomandati. A firmarlo Jean-Francois Argacha, cardiologo dell’Uz Brussel-Vrije Universiteit di Bruxelles.
“La nostra ricerca – ha detto – ha esaminato l’effetto dell’esposizione a breve termine dell’inquinamento atmosferico sul rischio di infarto miocardico, quello con la prognosi peggiore, causata da un’occlusione trombotica delle coronarie”.
Tra il 2009 e il 2013 stati analizzati 11.428 ricoveri per infarto del miocardio: ebbene, gli scienziati hanno scoperto che un aumento di 10g/m3 nelle concentrazioni di Pm2.5 è associato a una crescita del 2,8% del rischio di attacco cardiaco grave, mentre con un aumento di 10 mg/m3 nel No2, il pericolo lievita del 5,1%. Queste associazioni – dicono gli autori – sono state osservate solo negli uomini, forse a causa di un campione di studio a prevalenza maschile (85%), o forse per motivi che andranno approfonditi.
Sta di fatto che “il legame tra infarto e smog è stato osservato entro un giorno di esposizione – conclude Argacha – e nonostante il fatto che le concentrazioni di inquinanti atmosferici rientrassero negli standard di qualità dell’aria accettati a livello europeo. Crediamo che questi limiti vadano adeguati”.
Un cuore malati, oltre a minare la salute e di conseguenza la qualità della vita dei cittadini, costa anche caro all’economia europea. E’ stato stimato che ogni anno le malattie cardiovascolari causano oltre 4 milioni di morti in tutto il vecchio continente (oltre 1,9 milioni solo nell’Unione europea), circa 10.000 ogni giorno, circa il 47% di tutti i decessi (40% nella Ue) e assorbendo risorse economiche dell’Ue per 196 miliardi di dollari l’anno (il 54% per costi sanitari, il 24% per perdita di produttività e il 22% per l’assistenza indiretta).
Stili di vita corretti e modificazione dei fattori di rischio riducono la morbilità e la mortalità cardiovascolare, segnalano gli esperti di Esc. E c’è una considerevole variazione tra diversi Paesi europei nelle abitudini dei cittadini, soprattutto per quanto riguarda il fumo: in Ungheria è tabagista il 30% della popolazione, in Italia (che viene presa come modello, in questo caso), ‘solo’ il 15%. Sta di fatto che i disturbi a cuore e arterie sono ancora oggi la principale causa di morte per le donne in tutti i Paesi europei e per gli uomini in tutti i Paesi, tranne 6. Le cardiopatie congenite da sole rappresentano la principale causa di morte prima dei 65 anni in Europa.
La mortalità è comunque in calo in molti Paesi europei, anche se, segnala l’Esc, l’abitudine al fumo rimane un problema di salute pubblica, soprattutto fra le donne, e fra le giovani. Per quanto riguarda gli altri fattori che influenzano la salute del cuore: dal punto di vista dell’alimentazione, il consumo di frutta e verdura è in aumento, anche se quello di grassi rimane stabile, avvertono gli studiosi.
In diminuzione invece l’abitudine a fare sport, con l’inattività fisica che è più comune fra le donne che fra gli uomini. Infine, i livelli di obesità in Europa sono alti sia fra gli adulti che fra i bambini, anche se i tassi sono molto variabili da Paese a Paese. Anche il diabete preoccupa, con una prevalenza alta e in rapida crescita negli ultimi 10 anni, anche del 50% in molti Paesi del vecchio continente.
L’Esc, in occasione del congresso, lancia infine la campagna ‘Environment & the Heart’ per sottolineare l’importanza di un ambiente sano per prevenire le malattie cardiovascolari e dell’importanza del ruolo negativo giocato dallo smog nella salute di cuore e arterie, tanto che gli esperti, si fa notare, oggi consigliano a chi è malato di non uscire durante le ore di maggior traffico nelle città.
La Società Europea di Cardiologia (Esc), costituita il 2 settembre 1950. ha tenuto il suo primo congresso mondiale a Parigi nel 1952. Il prossimo anno, sempre nel mese di settembre, sarà ospitata a Roma, presso la sede della nuova Fiera che dispone di un Congress Hub, formato da ben quattordici padiglioni con superfici e capienze diverse, in grado di soddisfare le richieste più diverse anche in termini di presenze. Per il prossimo congresso Esc, infatti, è già prevista un’affluenza ancora più numerosa rispetto a quest’anno, con una presenza di 36 mila medici congressisti che confluiranno nella Capitale da ogni parte del mondo.
A.B.
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