Stop alla vendita di auto a benzina, diesel e anche ibride: a chiederlo all’Ue questa volta non sono gli ambientalisti ma un gruppo di grandi aziende che tutte insieme hanno un fatturato che sfiora il Pil della Danimarca e danno lavoro a tante persone quanti sono gli abitanti di Torino (quasi 900 mila).
Sono 27 grandi aziende europee – tra cui Coca-Cola European Partners, Ikea Retail, Sky, Uber, Volvo e le italiane Enel X e Novamont – che con sei associazioni dei comparti automotive, energia, sanità e finanza hanno sottoscritto un appello congiunto rivolto alle istituzioni comunitarie e ai governi degli Stati membri dell’Unione Europea. La richiesta: vietare la vendita di auto alimentate da motori a combustione interna (diesel, benzina e persino ibride) non più tardi del 2035.
La Commissione proporrà nuovi obiettivi a giugno come parte del suo pacchetto legislativo ‘Fit for 55’, che ha lo scopo di mettere l’Ue sulla buona strada per ridurre le emissioni complessive di almeno il 55% entro il 2030 e raggiungere zero emissioni nette entro il 2050. Tale legislazione “metterebbe in moto una trasformazione sistemica e renderebbe la Ue leader globale in un settore chiave per un futuro a zero emissioni”, prosegue l’appello.
I 33 firmatari ricordano come autovetture e veicoli commerciali leggeri siano responsabili non solo del 15% di tutte le emissioni di anidride carbonica in Europa, ma rappresentino anche la maggiore fonte (26%) di emissioni tossiche di ossido di azoto, che provocano malattie croniche e la morte prematura di 54mila europei ogni anno. Per non parlare dei 200 miliardi di euro spesi ogni anno per l’importazione di petrolio.
I veicoli elettrici offrono ora l’opportunità di sostituire i motori a combustione interna e inaugurare una nuova era di mobilità a zero emissioni. La domanda di queste auto sta crescendo rapidamente nonostante la pandemia: esse rappresentano oltre il 10% dei veicoli venduti in Europa nel 2020. Decretare lo stop alla vendita degli altri tipi di auto fornirebbe un chiaro segnale alle case automobilistiche, ai fornitori di infrastrutture di ricarica, al settore energetico e alle istituzioni finanziarie per fare gli investimenti necessari alla transizione sottolineano i promotori dell’appello alle istituzioni comunitarie.
Volvo Cars. “Pianificando di diventare un’azienda di auto completamente elettriche entro il 2030, Volvo Cars intende segnare il passo nella transizione verso la mobilità a zero emissioni all’interno del proprio settore. Ma per accelerare questa transizione sono necessari anche una chiara direzione e un sostegno da parte del governo – dichiara Anders Kärrberg, responsabile della sostenibilità globale di Volvo Cars – Volvo Cars è quindi lieta di unirsi a questo appello affinché la Commissione europea proponga una data di fine delle nuove vendite di veicoli con motore a combustione interna nell’Ue entro il 2035. Sono inoltre cruciali ulteriori misure per aumentare la domanda dei consumatori europei per i veicoli elettrificati e il rapido sviluppo di un’infrastruttura di ricarica completa”.
Novamont. Per Andrea Di Stefano, responsabile progetti speciali di Novamont, “il settore automotive impatta in modo molto consistente sul totale delle emissioni climalteranti. Ha quindi un ruolo centrale nella transizione ecologica che dobbiamo riuscire ad attuare in breve tempo. Per questo Novamont ha deciso di essere nel primo gruppo di aziende europee che hanno sottoscritto questo appello, confidando che molte altre realtà industriali seguiranno: se le istituzioni europee e nazionali aderiranno a questa proposta, farebbero fare un passo in avanti enorme e nella direzione giusta al nostro continente. Della riduzione di emissioni di CO2 e di altre sostanze inquinanti trarrebbero vantaggio sia la salute collettiva sia molti altri comparti produttivi, a partire da quello agricolo. Sulle questioni ecologiche non dobbiamo infatti ragionare per compartimenti stagni: le buone scelte portate avanti in un ambito stimolano conseguenze positive su tutto l’ecosistema economico, ambientale e sociale”.
Uber. Gli obiettivi ambiziosi dell’Ue, aggiunge Anabel Diaz, direttore generale regionale per Europa, Medio Oriente e Africa di Uber, “sono fondamentali per accelerare l’adozione dei veicoli elettrici. Applicare entro il 2035 degli obblighi a tutti i nuovi veicoli venduti in Europa accelererà la disponibilità di auto elettriche nuove e di seconda mano a prezzi accessibili. In questo modo si abbatterebbe uno degli ostacoli principali al passaggio verso veicoli elettrici per i conducenti ad alto chilometraggio – come quelli sulla piattaforma Uber, con un impatto enorme sul clima. L’obiettivo di eliminazione graduale dall’UE e la cooperazione dell’intero ecosistema EV consentirà una transizione più rapida verso una mobilità più sostenibile che Uber ha sostenuto attraverso i propri obiettivi di avere un parco auto al 50% elettrico entro il 2025 in sette città e al 100% entro il 2030 in tutta Europa”.
Per Veronica Aneris, direttrice per l’Italia della Federazione europea Transport & Environment, “l’elettrificazione di auto e furgoni è inevitabile per il clima, per i consumatori e per la strategia industriale europea. Le imprese ora vogliono chiarezza sulla velocità della transizione per pianificare e prepararsi. Solo i legislatori dell’UE possono fornirla, indicando la data della fine delle vendite di auto e furgoni con motore a combustione interna”.
Le aziende che hanno aderito all’appello al 26 aprile 2021 sono: Allego, Ample, Arrival, Chargepoint, Coca-Cola European Partners, Electreon, Enel X, EV Box, Fastned, Greenway, Iberdrola, Ikea Retail, Leaseplan, Leclanché, Li-cycle, Lime, Metro, Novamont, Novo Nordisk, SAP Labs in France, Schneider Electric, Sky, Uber, Vattenfall, Verkor, Volvo Cars, Vulcan Energy. (Adnkronos)
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