La Corte Suprema degli Stati Uniti ha dato ragione a un pasticciere del Colorado, cristiano, che nel 2012 si rifiutò per motivi religiosi di preparare una torta nuziale per una coppia gay. Con decisione non unanime, assunta a maggioranza con sette giudici contro due, il tribunale ha respinto il reclamo presentato dalla Commissione per i diritti civili del Colorado contro Jack Phillips, accusato di aver violato le leggi anti-discriminazione dello Stato in base alle quali i commercianti non possono rifiutarsi di offrire servizi per via di pregiudizi di razza, sesso, stato coniugale od orientamento sessuale.
Il matrimonio tra persone dello stesso sesso negli Stati Uniti d’America è consentito in tutto il paese, a seguito della sentenza della Corte Suprema del 26 giugno 2015 riguardante il caso Obergefell v. Hodges che ha stabilito che il negare la licenza matrimoniale a coppie dello stesso sesso viola alcune clausole del XIV emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d’America. Con questo pronunciamento gli Stati Uniti sono diventati il 21º Paese al mondo a riconoscere il matrimonio fra persone dello stesso sesso.
Tutto parte con una denuncia di due promessi sposi, Dave Mullins e Charlie Craig, che il 19 luglio 2012 erano entrati nella pasticceria “Masterpiece Cakeshop” alla periferia di Denver per ordinare una torta, ricevendo un rifiuto da parte del sig. Phillips. I coniugi hanno quindi fatto causa in forza della legge del Colorado che proibisce la discriminazione nei esercizi pubblici. I tribunali di grado inferiore hanno dato loro ragione. Per l’avvocato del pasticcere, non si tratterebbe invece di una discriminazione perché la torta nuziale, a differenza di qualsiasi altro dolce, rappresenterebbe l’istituzione del matrimonio. Sarebbe quindi nei diritti religiosi di Phillips quello di rifiutarsi di prepararla per una coppia gay.
Prima di questa data era già stato reso legale nella capitale Washington, nel territorio del Guam e in 38 stati della federazione, tra i quali anche il Colorado.Dal giugno 2013, a seguito di una sentenza della Corte Suprema, che ha dichiarato incostituzionale il DOMA (Defense of Marriage Act), i matrimoni fra persone dello stesso sesso sono riconosciuti anche a livello federale.
Il 26 giugno 2015 la Corte Suprema ha emanato la sentenza Obergefell v. Hodges che ha dichiarato che le leggi che non permettono la contrazione del matrimonio tra due persone dello stesso sono incostituzionali poiché violano il XIV Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti e due sue importanti clausole, la Equal Protection Clause e la Due Process Clause. Il giudice Kennedy, insieme ad altri 4 suoi colleghi, ha scritto l’opinione di maggioranza. Tale opinione ha formalmente legalizzato il matrimonio tra persone dello stesso sesso sotto la giurisdizione degli Stati Uniti.
Tutte le amministrazioni statali e territoriali si sono adeguate alla sentenza, ad eccezione delle Samoa Americane, in quanto i cittadini di quest’ultimo territorio non hanno la cittadinanza americana. L’amministrazione territoriale ha comunque annunciato che revisionerà la sentenza della corte e, nel caso, la implementerà.
I governi tribali, che sono indipendenti in materia legislativa, non hanno alcun obbligo di aprire il matrimonio tra persone dello stesso sesso sotto la loro giurisdizione. La scelta ricade su ogni singolo governo tribale. Alcuni di essi hanno comunque già aperto il matrimonio omosessuale anche ben prima della sentenza della Corte Suprema.
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