“Ero io che volevo morire” Luigi Preiti , l’attentatore calabrese di 49 anni, sotto interrogatorio, il suo gesto lo commenta così : “A 50 anni non si può tornare a vivere con i genitori perché non puoi mantenerti, mentre invece i politici stanno bene e se la godono. A loro volevo arrivare, sognavo di fare un gesto eclatante. Volevo colpirne uno. Ma in fondo non volevo uccidere” confessa. Ma il suo racconto, pieno di punti oscuri, contraddizioni e silenzi, non convince i magistrati e gli investigatori che lo hanno interrogato in una stanza del pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni di Roma, dove è stato trasportato dopo l’attentato.
Continuano intanto le indagini dei carabinieri, che hanno perquisito questa mattina l’abitazione dei genitori dove Luigi Preiti viveva, nel tentativo di trovare un qualsiasi indizio utile a capire le ragioni di un gesto tanto estremo. La sua auto è stata individuata davanti alla stazione di Gioia Tauro, da cui è partito ieri in treno. I carabinieri l’hanno transennata e ora attendono gli artificieri per i controlli del caso. Nelle prossime ore saranno sentiti il padre (emigrato in Germania per 30 anni), la madre e le due sorelle di Luigi che vivono in paese, ma non nella famiglia d’origine.
È il gesto di un disperato: così lo definiscono i carabinieri che hanno assistito alla sparatoria, esponendo ai giornalisti il disagio sociale che, da troppo tempo, attraversa l’Italia. “I politici non lo sanno che vuol dire prendere 800 euro al mese, entrare in un negozio e non poter comprare nulla a tuo figlio”… Ecco cosa succede se non lo sanno.
“Si capiva che era un gesto di rabbia, ma loro non lo sanno, vivono in un mondo loro, non capiscono che poi la gente se la prende con noi che facciamo servizio”. Intanto, il giorno dopo la sparatoria in piazza Colonna, il brigadiere Giuseppe Giangrande resta sospeso nel limbo della rianimazione. Intorno a lui si stringono la figlia ventenne e i parenti: ancora non è chiaro se resterà paralizzato alle gambe a causa della lesione al midollo provocatagli dal proiettile che gli ha attraversato il collo. Il suo collega invece, il 30enne Francesco Negri, ha riportato la frattura di una gamba.
A trovare i feriti si sono recati in queste ore il neo presidente del Consiglio Enrico Letta – che ha espresso “vicinanza” alla famiglia e all’Arma” , il presidente della Camera Laura Boldrini, il ministro della Difesa Mauro, il sindaco di Roma Gianni Alemanno e il comandante dei carabinieri Leonardo Gallitelli.
L’attentato di ieri ha provocato una serie di dichiarazioni, da parte di parlamentari appartenenti ai diversi schieramenti politici, quasi tutte convergenti sulla necessità di rispondere ai problemi creati dalla crisi. Secondo il sindaco di Roma Alemanno “non bisogna stupirsi” dell’attentato, quando “si inveisce continuamente contro il Palazzo come se fosse da abbattere” e per Ignazio La Russa “non tutti i partiti possono sentirsi assolti, perché chi semina vento raccoglie tempesta”. Ma Beppe Grillo ha preso le distanze da quanto accaduto, sottolineando che “il Movimento 5 Stelle non è violento”.
“La situazione generale non desta preoccupazioni, ma i servizi sono stati comunque intensificati”. Con queste parole Angelino Alfano, vicepremier e ministro degli interni ha fatto capire che, alla luce della sparatoria , sarà intensificato il servizio scorte per i ministri.
Il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni infine ha invitato tutti “ad abbassare i toni, per evitare che si verifichino nel paese altri episodi di violenza”.“Dobbiamo affrontare il problema della disoccupazione e le gravi emergenze sociali con più concertazione, assumendo ciascuno la propria parte di responsabilità con un unico obiettivo: fare uscire il paese dalla crisi”.
F.B.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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