Era nell’aria. E’ arrivata. Maxisqualifica per il “pistolero” Luìs Suàrez, l’attaccante uruguaiano che aveva addentato Chiellini nel corso del match tra la Celeste e gli azzurri.
L’attaccante uruguaiano lascia mestamente il ritiro
Stavolta è stata la Commissione disciplinare della Fifa ad affondare i denti sul giocatore: Suàrez squalificato per 9 partite internazionali (praticamente il suo Mondiale con l’Uruguay è finito) più 4 mesi di inibizione da qualsiasi attività connessa al calcio. All’attaccante è stato anche ritirato l’accredito e, quindi, non solo non potrà assistere dalla panchina ( e anche dagli spalti) alle gare dei compagni in Brasile, ma è stato costretto a lasciare, in lacrime, il ritiro della Celeste di Sete Lagoas. E accolto come eroe nazionale in Uruguay con migliaia di tifosi con indosso la maglia celeste con il nome di Suàrez stampato sulle spalle, a bloccare il traffico in tutta l’area circostante l’aeroporto di Montevideo. Con il presidente “Pepe” Mujica in testa. Infine, al giocatore è stata comminata una multa di 100.000 franchi svizzeri (equivalenti a circa 82.000 euro).
Un’autentica stangata che consente al “vampiro” (ma anche “hannibal” e”squalo”, i nomignoli affibbiati al centravanti del Liverpool) di strappare al nostro Mauro Tassotti il poco edificante primato di squalifica più lunga comminata in un Mondiale: per la proditoria gomitata rifilata nei secondi finali di Italia-Spagna, quarto di finale di Usa ’94, a Luìs Enrique al milanista vennero inflitte 8 partite di squalifica.
Il novello Tyson (ricordate il morso con cui strappò un lembo di orecchio ad Holyfield?) è recidivo e in passato, per analoghi atti di “vampirizzazione” si era visto comminare 7 turni di squalifica in Olanda, quando, indossando la maglia dell’Ajax, morse Bakkal del Psv, e altri 10 in Inghilterra per aver affondato i denti su Ivanovic del Chelsea quando era già al Liverpool. Un curriculum da fare invidia in Transilvania.
Il “pistolero” con la sua follia ha creato problemi, però, non solo alla nazionale del suo paese ma anche al suo club d’appartenenza, il Liverpool: con i “reds” dovrà marcar visita nelle prime 9 partite di Premier League, 3 di Champions e una di Coppa di Lega. In totale, 13 gare in cui anche ad Anfield Road dovranno fare a meno del capocannoniere dell’ultima Premier League con ben 31 centri. Il club inglese, al momento, ha scelto di astenersi da qualsiasi commento: “Aspetteremo di visionare la relazione della Commissione disciplinare della Fifa“, si legge in una dichiarazione di Ian Ayre, a.d. dei vicecampioni d’Inghilterra.
L’accoglienza dei tifosi uruguaiani al loro idolo
Molto meno aplomb stanno dimostrando, invece, in Uruguay dove, dopo le difese prese sul campo dai compagni (notare Ramirez che rimette a posto la maglia di Chiellini) e nel dopogara dal tecnico, dal “maestro” Oscar Washington Tabarez, già molto discutibili, ora si sta alzando un vero “caso” nazionale con tanto di iniziative governative per tentare di ammorbidire la posizione della Fifa. Il ministro del Turismo e sport uruguaiano, Liliam Kechichian, ad esempio, ha dichiarato su Twitter: “Squalifica sproporzionata“. “È come se l’Uruguay fosse stato eliminato dai Mondiali“, ha poi aggiunto il presidente della Federazione uruguaiana, Wilmar Valdez. Poi, sono arrivate addirittura le dichiarazioni ufficiale del presidente del paese rioplatense, José Mujica, rese ai microfoni di “De Zurda”, il programma condotto da Victor Hugo Morales e Diego Armando Maradona. “Siamo furiosi perché la Fifa usa due pesi e due misure. Sono anziano e ne ho viste tante in vita mia, ma questa volta si è passato il limite. Si vedono di continuo falli e gesti ben più gravi, ma si permettono di trattarci con i piedi solo perché siamo un Paese piccolo e contiamo poco”, il commento di Mujica che poi prosegue nel suo j’accuse: “Evidentemente, diamo fastidio per aver sbattuto fuori due potenze come Italia e Inghilterra. Chissà quanti soldi ci ha rimesso la Fifa”. Subito dopo, il bersaglio degli strali presidenziali si sposta dal massimo ente calcistico mondiale all’Italia: “Di scorrettezze sui campi di calcio ce ne sono sempre state e chi ha più esperienza dovrebbe saper ponderare certi episodi, d’altra parte si che gli italiani sono degli esperti provocatori”. Per chiudere, una promessa dai toni minacciosi in vista del resto del torneo: “Adesso sono guai per tutti, perché quando ci danno addosso sappiamo sempre reagire con veemenza. Immagino la rabbia dei ragazzi, non vorrei essere al posto di chi li dovrà affrontare”. E don Diego non poteva mancare di indossare i consueti panni del Robin Hood in difesa del meno ricco clacio latinoamericano e contro il suo nemico di sempre, la Fifa: “Non capiscono nulla, si sono voluti accanire contro Luis in maniera spietata. E’ chiaro che la Fifa abbia voluto penalizzare l’Uruguay perché se usasse lo stesso metro di giudizio con tutti le partite terminerebbero cinque contro cinque”, ha affermato Maradona con indosso una maglietta che recitava “Luisito estamos con vos (Luis siamo con te, ndr)”. Tra i giocatori, ancora in attività o ex, non potevano mancare attestati di solidarietà da parte dei connazionali di Suàrez, e dopo il tweet postato a nome di tutta la Celeste da Diego Lugano, il capitano della Celeste di oggi, anche il capitano dell’Uruguay di ieri, Enzo Francescoli, fuoriclasse con trascorsi anche in Italia con Torino e Cagliari, ha voluto dire la sua: “Provo delusione e tanta rabbia. Non voglio giustificare Luis per quello che ha fatto, ma una simile punizione non sta né in cielo né in terra, manco avesse ammazzato qualcuno. Se si va giù così duramente per un morso, non oso immaginare cosa si dovrebbe fare per una gomitata o un pugno“. Anche altrove, il “pistolero” ha incassato appoggio: per esempio dal ritiro del Brasile dove Fred ha definito “eccessivamente severa” la sanzione inflitta al suo pari ruolo uruguaiano. Ovvio che in un simile contesto che trasuda nazionalismo da ogni poro sia da registrare anche il ricorso della Federazione uruguaiana avverso la squalifica dell’attaccante.
Altre immagini dell’accoglienza al giocatore
Se queste sono state le reazioni di personaggi pubblici, potete solo immaginare il putiferio che si è sollevato tra comuni tifosi nel mondo dei social dove, infatti, imperversa l’hashtag #SomosTodosSuarez e ci si augura che la federazione decida di ritirare la squadra dai Mondiali in segno di protesta.
Ovviamente, di segno diametralmente opposto le reazioni dei tifosi italiani la maggioranza dei quali ha giudicato eccessivamente morbida la punizione. Per non parlare dei fantasiosi fotomontaggi in circolazione sulla rete che vedono l’attaccante sudamericano indossare i panni di “Hannibal the Cannibal” o affiorare dalle acque a mò di squalo…
Ma il colpo più duro a Luìs Suàrez, o almeno al suo portafoglio, potrebbe venirgli inferto dal pool di sponsor che lo hanno, al momento sotto contratto, Adidas in testa. L’azienda d’abbigliamento tedesca, infatti, ha fatto sapere di essere “totalmente d’accordo con la decisione presa dalla Fifa“. Tramite un comunicato inviato alla France Presse ha poi annunciato che sospenderà tutte le campagne pubblicitarie che vedono protagonista il centravanti fino al termine del Mondiale, quando valuterà se rescindere il contratto di sponsorizzazione. “Non possiamo tollerare il suo comportamento“, ha aggiunto lo sponsor. “Il suo atteggiamento – recita il comunicato – non corrisponde minimamente agli ideali sportivi che cerchiamo di diffondere“.
Visto che stiamo parlando di un campione che, è evidente, da certi gesti non mira a trarre vantaggi nè per sè nè per la sua squadra, ma, molto semplicemente, non riesce, sotto pressione, a placare il “demone” che è in lui, il commento più sensato, al momento, è quello della stampa britannica (che lo conosce piuttosto bene): “Ha bisogno di un sostegno“.
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