E’ corposa la prima manovra economica del governo Renzi. Più corposa di quanto inizialmente si potesse immaginare. Più soldi in busta paga per quasi undici milioni di lavoratori pubblici e privati con conseguente abbattimento del cuneo fiscale per dieci miliardi.
Poi ci sono soldi, almeno sette miliardi di euro da recuperare in tempi brevi sul fronte della spending review.
Ma c’è qualche buona notizia anche per le imprese che potranno beneficiare di un abbattimento del 10% dell’Irap e soprattutto di 68 miliardi di fondi bloccati che lo Stato restituirà, al più tardi, entro il mese di luglio. Il segnale più importante comunque viene dal fronte delle tasse sulle rendite finanziarie: l’aliquota del prelievo salirà dal 20 al 26%, in linea con il resto d’Europa, per tutte le transazioni (capital gain, obbligazioni, pronti contro termine ecc.) con la sola eccezione dei Buoni del tesoro. Nessun aggravio dunque per il bot people ovvero per i piccoli risparmiatori ma solo una stretta per chi della rendita finanziaria fa reddito e business.
Crolla dunque un’altro caposaldo intoccabile del Paese dei campanelli, le banche appunto. Per le piccole e medie imprese infine un piccolo cadeau con la riduzione del 10 per cento sugli importi dell’energia elettrica, una bolletta che a livello nazionale arriva annualmente alla stratosferica cifra di 24 miliardi di euro.
Non c’è dubbio che si tratta di un segnale tanto articolato quanto forte che riapre un pò tutti i giochi fermi da anni. A cominciare dai rapporti esecutivo controparti sociali, sindacati in testa che ieri, neppure 24 ore dopo averlo criticato, all’unisono hanno applaudito ai provvedimenti varati da Renzi il quale ha anche chiarito che valutazioni di merito preventive in materia economica e sociale non intende avallarle. E’ la fine della comncertazione? Probabilmente si anche se al momento si preferisce brindare alle scelte fatte. In futuro si vedrà.
Ma il primo “pacchetto” Renzi ha cercato di non lasciare fuori della porta troppe cose. Ed ecco i provvedimenti per la scuola con tre miliardi e mezzo di euro per ristrutturazione di edifici destinati all’insegnamento e una boccata di ossigeno anche per la casa con un miliardo e settecento milioni di euro destinati agli affitti a canone concordato, agli alloggi popolari (dove sarà potenziato il dirittto al riscatto) e all’edilizia sociale. Da ultimo i provvedimenti in materia di lavoro. Per il momento si tratta di una legge delega anche se è chiaro che il governo appare intenzionato fortemente a ridurre i vincoli soprattutto per il lavoro a tempo determinato e quello giovanile, dove il periodo di prova nelle assunzioni salirà a tre anni.
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