Terrore a Toronto, in Canada, dove un furgone bianco all’ora di pranzo è piombato sul marciapiede di una delle vie più affollate della città travolgendo i passanti. Il bilancio è pesantissimo: 9 vittime e 16 feriti, di cui cinque in condizioni gravi (uno è deceduto in nottata).
Una scia di sangue lunga oltre un chilometro, tanto è durata la corsa del furgone, preso a noleggio, prima che la polizia lo circondasse e bloccasse la sua fuga. Fuga in cui il veicolo ha seminato una vera e propria devastazione, travolgendo tutto quello che aveva davanti: pedoni, cassette postali, pali della luce, panchine, idranti. Alla guida un uomo che gli agenti sono riusciti ad arrestare senza sparare un solo colpo, dopo una breve trattativa in cui lo hanno convinto ad arrendersi. Si tratta di un cittadino canadese di 25 anni, forse di origini armene, 25 anni, il cui nome è Alek Minassian.
Il bilancio dell’attacco intanto è salito a 10 morti e 15 feriti, di cui quattro in condizioni gravi. Chi è stato travolto dalla folle corsa a 70 chilometri orari sul marciapiede non ha avuto scampo. Un “attacco deliberato”, spiegano gli investigatori, anche se al momento – ha sottolineato il capo della polizia di Toronto – non ci sono connessioni con l’ipotesi terrorismo, ne’ sono stati individuati rischi per la sicurezza nazionale. Tutte le piste sono ancora battute, ma fonti vicine alle indagini spiegano come quella principale seguita in queste ore dagli investigatori sia legata al gesto di una persona instabile mentalmente, con disturbi psichici di cui l’uomo soffrirebbe. Ma di Minassian si sa ancora molto poco. Residente a Richmond Hill, una località dell’Ontario a mezzora di macchina da Toronto, sarebbe uno studente universitario iscritto al Seneca College, un ateneo specializzato soprattutto in arti applicate, design e tecnologie, e dove Minassian pare studiasse informatica. La polizia ha smentito alcuni report sui media locali secondo cui Alek sarebbe una persona già nota alle forze dell’ordine, che lo avrebbero preso di mira in passato. Altre fonti invece rivelano una scoperta che sarebbe stata fatta dagli investigatori ma non confermata: l’uomo avrebbe più volte fatto ricerche sul web per avere più informazioni possibili sulla strage del 2014 di Isla Vista, in California, quando un ragazzo di 22 anni investì e uccise 6 persone e ne ferì altre 14 nei pressi del campus di Santa Barbara. Minassian comunque non sarebbe affiliato ad alcun gruppo terroristico organizzato e – confermano negli ambienti investigativi, non ci sarebbero al momento evidenze di una sua eventuale radicalizzazione.
Intanto è diventato già virale il video del poliziotto eroe che ha fermato il conducente-killer dopo la sua corsa omicida. Questi sceso dal furgone ha puntato una pistola contro l’agente urlando di sparargli. Il poliziotto ha però mantenuto la calma, e puntando a sua vola la pistola contro Minassian lo ha convinto a desistere dopo una breve ma concitata trattativa, al termine della quale il killer è stato ammanettato.
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