Ci sarebbe un complice nel terribile attentato che ha colpito al cuore la Norvegia mietendo quasi 93 vittime. Sarebbe un polacco, arrestato in Polonia nell’ambito delle indagini sulle stragi di Oslo e Utoya. A riferirlo è il sito della tv pubblica norvegese, Nrk. Nel frattempo, nei giorni del lutto e delle lacrime, continuano gli interrogatori di Anders Behring Breivik. Si terrà nell’aula 828, all’8/o piano del tribunale di Oslo (Oslo Tingrett) l’udienza preliminare per la carcerazione preventiva.
La portavoce del tribunale, Irene Ramm, ha confermato che l’udienza si terra’ a porte chiuse ”per eccezionali motivi di sicurezza e per proteggere il proseguimento delle indagini”. Si tratta di un’aula di massima sicurezza con l’accesso diretto dai garage del tribunale attraverso un’ascensore. La Norvegia, imitata anche dagli altri Paesi nordici e scandinavi, oggi a mezzogiorno s’è fermata per un minuto, raccogliendosi in silenzio per onorare le 93 vittime dei massacri di Oslo e dell’isoletta di Utoya di venerdì. E alle 13:00 l’autore reo confesso di quei massacri, il fanatico di destra Anders Behring Breivik, è comparso davanti ai giudici del Tribunale di Oslo per un’udienza preliminare che, per motivi di sicurezza, è stato deciso che si tiene a porte chiuse, senza cioè la presenza della stampa, alla quale sarà autorizzato a parlare solo l’avvocato difensore del presunto terrorista. Nei suoi confronti la polizia ha chiesto al giudice che siano comminate, in via eccezionale, otto settimane di carcerazione preventiva – normalmente ne vengono disposte fino a quattro – per poter completare le indagini e raccogliere tutti gli elementi probatori che consentano la sua incriminazione evitando il pericolo di fuga. Il minuto di silenzio, osservato anche in Svezia, Islanda, Danimarca e Finlandia, è stato dichiarato dal premier norvegese, Jens Stoltenberg, dall’ingresso dell’Universita’ di Oslo. Dopo un minuto in di silenzio assoluto, in cui si sono fermati anche il traffico privato, quello ferroviario e le contrattazioni alla Borsa di Oslo, il premier ha ringraziato e, insieme a Re Harald, alla regine Sonja e al principe ereditario Hakon, è entrato nell’ateneo, apponendo con loro le prime firme sul registro delle condoglianze, che è ora aperto al pubblico. E mentre la polizia annuncia che potrebbe rivedere al ribasso il bilancio dei morti, emerge che uno degli obiettivi di Breivik nella sua carneficina sull’isoletta di Utoya era la ex primo ministro laburista Bro Harlem Brundtland, tre volte a capo del governo fra il 1981 e il 1996 e considerata ”madre della nazione”, che ha parlato ai giovani laburisti radunati sull’ isoletta, lasciandola poco prima che vi arrivasse l’assassino travestito da poliziotto. Ed e’ emerso anche che il poliziotto ucciso sull’isola, la prima vittima freddata da Breivik a Utoya, era fratellastro di Mette Marit, la moglie del principe Hakon. Era, invece, il fratellastro di Mette Marit, moglie del principe ereditario norvegese Hakon, il poliziotto che era in servizio di guardia sull’isoletta di Utoya e che è stato ucciso per primo da Anders Behring Breivik. Lo rivela la televisione pubblica norvegese Nrk. Il poliziotto si chiamava Trond Berntsen, aveva 51 anni, ed era il figlio del secondo marito della madre della principessa. Era in servizio sull’isola a spese del movimento giovanile del partito laburista, che aveva organizzato l’annuale campo estivo a Utoya.
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