Sudafrica, morti 27 ragazzi dopo il rito della circoncisione

In Sudafrica ben 27 ragazzi tra i 13 e i 21 anni sono morti dopo essere stati sottoposti alla circoncisione: si tratta di un tipico rito d’iniziazione che accomuna molte tribù africane, tra cui anche i Xhosas, i Sothos e i Ndebeles. Oltre alla circoncisione, l’iniziazione prevede inoltre che i giovani trascorrano diverse settimane nella foresta,  in modo da imparare i valori del coraggio e della disciplina. Nella più nota tribù dei Masai, ad esempio, si diventa guerrieri a 14 anni e, dopo la circoncisione, il ragazzo deve per rito vivere in un piccolo accampamento da solo per circa otto anni prima di poter tornare al villaggio e potersi sposare.

I riti d’iniziazione, ai quali si sottopone la maggioranza dei membri di queste etnie (per timore di essere respinti dal gruppo), hanno provocato solo nella regione del Sudafrica circa 200 morti in 15 anni. Non sono pochi gli sforzi delle autorità per tentare d’insegnare alcune norme d’igiene ai “guaritori” tradizionali, ma le tribù non sembrano voler mettere da parte queste tradizioni, o almeno renderle sicure, considerando le procedure usate sacre e non modificabili.

Il presidente sudafricano Jacob Zuma ha chiesto alla polizia di fare chiarezza sulla morte dei 27 ragazzi: decessi che secondo i guaritori tradizionali sarebbero avvenuti per negligenza. Il colonnello della polizia, Leonard Hlathi ha precisato che sono state aperte delle inchieste per omicidio, ma fino ad ora non c’è stato alcun arresto né alcun capo di accusa.

F.B.