“Spaghetto m’hai provocato e mo’ me te magno”. Il grande Sordi, alla maniera degli americani, nel famosissimo film “Un americano a Roma” li chiamava “macaroni”. Una vera e propria pennellata poetica di risate.
Oltreoceano hanno sempre avuto una vera e propria passione per i nostri spaghetti. Sono riusciti a condirli il più delle volte in maniera ignobile, con tutto quel che è capitato a portata di piatto. L’ultima folle moda sembra quella dei biscotti. Ma non dimentichiamo che i turusti a stelle e strisce che frequentano i nostri alberghi non smettono di stupire e far inorridire al tempo stesso: da decenni li vediamo tranquillamente chiedere cappuccino e carbonara, marmelada, destinata come diceva il grande Albertone ‘ar socio de casa’ col culatello, e altre simili delizie.
Ma il piatto simbolo del connubio tra i due Paesi, quello di Sordi e quello dei cow boy, è lo Spaghetti & meatballs.
First of all il famoso spaghetti & meatballs è nato negli Usa nel periodo della grande immigrazione italiana, quando alla classica pasta al pomodoro sono state aggiunte le polpette preparate con un taglio di carne economico ma gustoso. Oggi questo tipo di spaghetti è un must della cucina italo americana. E’ persino diventato il simbolo dell’amore fra Lilli e il ribelle Vagobondo nel cartone animato firmato Walt Disney. In Italia i turisti li cercano nei ristoranti, ma nello Stivale di spaghetti meatballs non c’è traccia.
Ovvero, non c’era traccia. Perché la “Buca di Beppo”, catena di ristoranti americana specializzata in cucina italo-americana, è presente ora anche a Roma. Per reclamizzare il suo piatto forte ha pensato bene di scegliere il Colosseo che gronda spaghetti e sugo, immagine che ricorda tanto la scena di Totò in Miseria e Nobiltà, quando accecato dalla fame il grande comico si infilava gli spaghetti nella tasca della giacca.
Per ridere, si sa, tutto va bene. Ma qualche volta un minimo di rispetto ed attenzione nei confronti di paesi, monumenti e popoli, quel rispetto e quell’attenzione diventano d’obbligo.
Inutile ricordare che gli americani hanno un presidente che vista la cultura, le origini e la sua vita personale lascia molto a desiderare. Soprattutto in materia di stile, fortemente inquinato da gaffe che gli hanno fatto guadagnare vignette a non finire sui maggiori quotidiani del mondo.
Ma qualora non volessimo parlare dell’inquilino della Casa Bianca, simbolo del potere americano ma ben poca roba dal punto di vista architettonico per noi che ‘purtroppo’ per loro siamo abituati a ben altro, al Colosseo, parliamo delle cose che ci stanno a cuore.E i nostri monumenti simbolo ci stanno troppo a cuore, e non vanno coperti né di spaghetti né di sugo. Tantomeno di ridicolo. Dietro quel monumento che sta ancora lì a testimoniare a duemila anni dalla sua costruzione, l’immensità, prima ancora che la grandezza, dell’impero romano, c’è appunto la storia di Roma e del suo popolo. Ma siamo davvero convinti che tra mille anni parleremo ancora di Trump, degli Usa e della statua della Libertà che vedremmo molto bene grondare gelato dalle sue finte fiamme che possono illuminare, o meno, a seconda dei punti di vista?
La civiltà è ben altro. E, forse, è anche il caso di non andare avanti, perché contro il cattivo giusto non c’è arma in grado di difenderti.
Alessandra Binazzi
Le reazioni
“Siamo stanchi di questi insani pregiudizi e falsificazioni, abbiamo predisposto una mozione avente come oggetto delle iniziative volte alla tutela dell’immagine di Roma nel mondo” spiega il consigliere di Fratelli d’Italia Francesco Figliomeni che ha presentato una mozione in Consiglio per chiedere alla sindaca di attivarsi presso l’ambasciata con una vera e propria protesta formale. E, appunto, chiedere i danni, per utilizzo “improprio” della nostra immagine.
La catena “Buca di Beppo”
Nato nel 1993 in Florida, la catena “Buca di Beppo” è molto nota negli States, con 77 punti vendita in 24 stati a stelle e strisce. Menù in stile vintage, e ambiente da trattoria familiare ricreati ad hoc nelle grandi metropoli americane, calcando forse troppo i tipici stereotipi italici. Monumenti sovrastati da fiumi di ragù, o pseudo divinità dell’antica Roma alla guida di una biga con delle polpette infilzate su una lancia.
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