Dopo la sforbiciata al rating del debito sovrano dell’Italia Standard and poor’s ha tagliato anche il ‘voto’ a 11 enti locali, tra cui le citta’ di Milano, Bologna e Genova. Secondo quanto precisa una nota, l’agenzia internazionale di valutazione dell’affidabilita’ creditizia ha abbassato da A+ ad A, con outlook negativo, il rating dei seguenti enti locali: citta’ di Bologna, provincia di Mantova, regione Marche, Provincia di Roma, Regione Sicilia, Regione Emilia Romagna, Regione Friuli Venezia Giulia, Citta’ di Genova, Regione Liguria, citta’ di Milano e regione Umbria.
Per la citta’ di Torino, invece, e’ stato rivisto da stabile a negativo l’outlook, mentre e’ stato confermato ad A il rating sul debito a lungo termine.In avvio di settimana lo spread Btp-Bund viaggia sotto i 390 punti base (a 388), con il rendimento del decennale italiano al 5,63%. Il rendimento del Bund e’ all’1,75%. Il differenziale tra i Bonos spagnoli a 10 anni e i corrispondenti titoli tedeschi si posiziona sotto i 350 punti, a 345,7. Accelera Piazza Affari in scia all’Europa e nonostante la fiducia dei consumatori sia crollata a settembre ai minimi del luglio 2008. Si restringe lo spread Btp-Bund che ora oscilla a 380 punti (380,5) e il Ftse Mib guadagna il 3,67%. La Borsa di Tokyo chiude la seduta con un tonfo del 2,17%: il Nikkei, scontando il nervosismo degli investitori sulla tenuta dell’economia globale e sulla crisi del debito sovrano di Eurolandia, ‘brucia’ 186,13 punti e si attesta a quota 8.374,13, ai minimi degli ultimi 30 mesi. E la Germania attende con ansia il prossimo cruciale appuntamento nel Bundestag, chiamato a pronunciarsi il 29 settembre sulla legge che allarga le competenze del fondo salva-stati europeo, Efsf. Petrolio in calo sul mercato after hours di New York. Dopo aver chiuso la peggiore settimana da agosto, il greggio con consegna a dicembre perde lo 0,6% a 79,35 dollari al barile. I futures sul Brent a novembre, quotati all’Ice di Londra, perdono lo 0,5% a 103,48 dollari. Per la prima volta dal luglio scorso l’oro scende sotto i 1.600 dollari. Il metallo prezioso a consegna immediata perde il 3,5% a 1.598,75 dollari. Sotto tale soglia e ai minimi da luglio, anche i futures a dicembre, che cedono il 2,6% a 1.597 dollari l’oncia.
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