Ennio Morricone ancora ai vertici della musica mondiale si accaparra il nuovo Golden Globe 2016, premio per la “Migliore colonna sonora” composta e arrangiata per il film di Quentin Tarantino The Hateful Eight. E’ stato il regista a ritirare il premio di Morricone, ed è sempre lui, Tarantino, a equiparare la musica del compositore italiano con quella dei grandi della musica classica, Mozart, Schubert, Beethoven. Il paragone non è affatto un eufemismo.
Impossibile elencare minuziosamente tutti i premi ricevuti dal compositore italiano nella sua lunga carriera. Senza citare tutti i riconoscimenti, Ennio Morricone ha vinto tre Golden Globe, tre Grammy Awards, cinque Bafta, dieci Davide di Donatello, undici Nastro d’Argento, un Leone d’oro alla carriera.
Ennio Morricone vanta cinquecento brani tra film e serie Tv.
“Un gigante che ha fatto grande l’Italia, la musica e il cinema italiano nel mondo” scrive su Twitter Dario Franceschini, ministro dei beni culturali.
Un innato e straordinario talento quello di Morricone. Ma qual è il segreto della sua musica?
E’ proprio lui a fornirci delle chiavi di lettura, per comprenderlo, affermando che è stata fondamentale una sorta di formazione eclettica, il rigoroso studio al conservatorio di Santa Cecilia in Roma, dove si è diplomato in tromba e in composizione, e le conoscenze musicali apprese nelle sale da ballo: “Ho voluto riscattare la materia bassa della canzone cercando di farla diventare qualcosa di diverso, inserendovi, per esempio, citazioni di pezzi classici o abbozzi di serie dodecafoniche”. Così l’Enciclopedia della Musica nel ‘900 tratteggia le sue doti musicali.
Questa immensa padronanza dei moduli armonici e una mancanza di rigidità stilistica gli hanno permesso di abbracciare con successo la drammaturgia cinematografica con risultati straordinari. Spesso, infatti, è stata la musica di Morricone a fare grandi i film e non viceversa.
Con Sergio Leone, Ennio Morricone ritiene di aver vissuto la migliore esperienza artistica e professionale per la disponibilità del regista a considerare il musicista come un vero co-narratore.La musica, si sa, è il linguaggio non verbale più importante in un film.
Si puo’ dire, senza tentennamenti, che Tarantino abbia ragione: di fronte a composizioni musicali come quelle delle colonne sonore di C’era una volta in America, Giù la testa, Mission, Nuovo Cinema Paradiso, La leggenda del pianista sull’oceano e tante altre, non possiamo che condividere l’accostamento di Morricone ai grandi della musica classica come Mozart, Beethoven, Schubert. Un classico con la sensibilità artistica del nostro tempo, che ha saputo sperimentare, con genio e versatilità, la fusione tra il rigore formale della musica classica e la melodia più popolare.
Alessandra Caneva
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