Va sempre meglio, a giudicare dai dati forniti dalla Agenzia delle entrate la lotta all’evasione e all’elusione fiscale nel nostro paese. Nel 2017 l’attività di recupero ha riportato nelle casse dello Stato 20,1 miliardi di euro, con un aumento del 5,8% rispetto al 2016. Lo ha annunciato il direttore generale dell’Agenzia, Ernesto Maria Ruffini, alla presentazione dei risultati dell’anno appena passato.
A contribuire in maniera determinante la definizione agevolata delle cartelle, la cosiddetta rottamazione, una procedura che tra sconti e dilazioni sembra aver riportato un clima più collaborativo tra Stato e cittadino. Questa scelta ha garantito nel 2017 un gettito di 6,5 miliardi di euro, cifra che ha portato a 12,7 miliardi il dato annuale di Agenzia delle Entrate-Riscossione.
“La riscossione è in crescita. Non è un fenomeno una tantum, ma strutturale e ciò permette di guardare con maggiore fiducia al futuro. E da qui usciranno le risorse per continuare la strategia delle riforme”,
ha detto il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, commentando i dati sui quali si è soffermato anche il premier Gentiloni presente alla presentazione della relazione.
“Bisogna impegnarsi per ridurre ulteriormente la pressione fiscale a partire dalle tasse sul lavoro. Si è fatto il possibile, si può dire che si poteva fare di più, ma le condizioni del ciclo economico ci chiedono di fare di più, soprattutto per giovani, donne, Mezzogiorno, dove lavoro e investimenti fanno più fatica”.
I dati complessivi sullo stato di salute dell’economia restano buoni, e questo non fa che spingere l’ottimismo degli addetti ai lavori che non vedono come un pericolo le prossime elezioni nazionali. Il numero uno di Borsa, Jerusalmi: “Non preoccupiamoci troppo per le elezioni. Il 2018 potrà essere anno record per le quotazioni a Piazza Affari”.
Ma se le cose vanno abbastanza bene per il fisco altrettanto non si può dire per chi le tasse, tante, le paga. La pressione fiscale in Italia resta infatti altissima, tra le più alte del mondo. E malgrado le promesse della politica, soprattutto quando si è alla vigilia di un voto, i dati confermano che dopo un picco al ribasso con il governo Prodi nel 2008 ed una sostanziale stabilità intorno al 41% con Berlusconi fino al 2012. Con Monti si ha l’impennata più forte al 43,6% per scendere di poco con il governo Gentiloni, lo scorso anno.
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