Ultima novità da Palazzo Chigi: I comuni potranno alzare l’aliquota Tasi prima casa oltre il limite fissato nella legge di stabilità.
Sembrava che con la querelle del nome della nuova tassa sulla casa fosse stato raggiunto un vertice di comicità, grottesca a dire il vero, difficilmente replicabile da parte delle istituzioni. Invece, mai dire mai. Dopo settimane di confronti al vetriolo sul sostituto della vecchia Imu, alla fine battezzata Iuc, il Governo è pronto a dare ai comuni facoltà di modifica dell’aliquota della tassa sui servizi indivisibili, bloccata al 2,5 per mille in sede di approvazione definitiva della legge di stabilità.
Subito prima di Natale, infatti, è stata approvata la manovra economica nazionale contenente la vituperata tassa sulla casa: composta da Imu sulle seconde case e sulle dimore di lusso, la Tasi e la Tari, la Iuc del Governo prevedeva una aliquota massima che non avrebbe dovuto eccedere il tetto del 10,6 per mille. Fermo restando che tutti i contribuenti dovranno pagare, per le loro competenze, la tassa sui servizi indivisibili e quella sui rifiuti, necessarie a generare gettito per i comuni di appartenenza: sulla prima, l’aliquota per i proprietari di prime case si sarebbe dovuta attestare su una aliquota massima del 2,5 per mille. Questi tetti però, già in fase di discussione del testo di legge nelle due camere, hanno sempre vacillato fin troppo, soprattutto considerate le richieste dei comuni, alle prese con bilanci sempre più difficili da gestire.
Così se da una parte, il 6 gennaio scorso, i contribuenti hanno trovato nella calza della Befana le parole ottimistiche del ministro Saccomanni, che dalle colonne di Repubblica ha presentato il 2014 come “l’anno della svolta. La ripresa si consolidera’ e famiglie e imprese pagheranno meno tasse”, dall’altra parte dovranno fare i conti con il concreto rischio di aumento della Tasi.
Oggi infatti, il Governo Letta ha dato via libera alla possibilità di aumentare la Tasi per garantire maggiori detrazioni alle fasce sociali più disagiate:
In materia di Tasi-Imu – si legge in una nota ufficiale di Palazzo Chigi – il governo ha deciso di presentare un emendamento al decreto Enti Locali così definito: ai Comuni sarà concessa per il 2014, esclusivamente allo scopo di deliberare a favore delle famiglie e dei ceti più deboli ulteriori detrazioni rispetto a quelle già previste dalla legge di stabilità, la possibilità di decidere un incremento delle aliquote al di sopra dei massimi attualmente consentiti”. E ancora. “Tale incremento, che non comporterà alcun aumento della pressione fiscale, sarà compreso tra lo 0,1 e lo 0,8 per mille complessivo e i Comuni saranno liberi di decidere come ripartirlo tra le diverse basi imponibili”. “Si tratta di un aggiustamento – ha commentato il deputato renziano ed ex segretario generale dell’Anci Antonio Rughetti – che consente ai comuni di scaricare un po’ di pressione fiscale sulle famiglie meno dotate”. Lo stesso Rughetti ha però criticato l’impianto della tassa sulla casa: “il rischio è quello di un inasprimento della pressione fiscale”.
In materia di Tasi-Imu – si legge in una nota ufficiale di Palazzo Chigi – il governo ha deciso di presentare un emendamento al decreto Enti Locali così definito: ai Comuni sarà concessa per il 2014, esclusivamente allo scopo di deliberare a favore delle famiglie e dei ceti più deboli ulteriori detrazioni rispetto a quelle già previste dalla legge di stabilità, la possibilità di decidere un incremento delle aliquote al di sopra dei massimi attualmente consentiti”. E ancora. “Tale incremento, che non comporterà alcun aumento della pressione fiscale, sarà compreso tra lo 0,1 e lo 0,8 per mille complessivo e i Comuni saranno liberi di decidere come ripartirlo tra le diverse basi imponibili”.
“Si tratta di un aggiustamento – ha commentato il deputato renziano ed ex segretario generale dell’Anci Antonio Rughetti – che consente ai comuni di scaricare un po’ di pressione fiscale sulle famiglie meno dotate”. Lo stesso Rughetti ha però criticato l’impianto della tassa sulla casa: “il rischio è quello di un inasprimento della pressione fiscale”.
Lo stesso ministro Saccomanni, al quale è stato chiesto se le nuove aliquote avrebbero reso il conto più salato per i contribuenti ha risposto con un eloquente “penso di no”.
Critica Forza Italia. Per Deborah Bergamini:
Non solo pagheremo una parte dell’Imu 2013 ma torneremo a pagare le imposte sulla prima casa nel 2014”.
Duro anche il presidente della commissione Finanze della Camera Capezzone:
Come ho denunciato da settimane, alla stangata gia’ realizzata sulla casa (con l’Imu che e’ di fatto tornata sotto falso nome attraverso la componente Tasi), si aggiunge ora la nuova beffa annunciata dal Governo, con l’aumento ulteriore delle aliquote”.
Il possibile aumento delle aliquote rischia, però, non solo di alimentare nuovamente il dibattito politico tra maggioranza e opposizione, ma anche di riaprire il confronto – che per un momento sembrava essersi placato – tra governo e rappresentanti dei costruttori e dei proprietari. La notizia dello stralcio dell’emendamento che introduceva l’aumento della Tasi nel dl Imu – Bankitalia, in discussione generale al Senato, era stata salutata con favore da una nota congiunta di Ance, Asppi, Confedilizia e Fiaip. Le sigle hanno espresso “apprezzamento” per la rinuncia alla presentazione dell’emendamento stesso, ribadendo l’esigenza di rinviare tutto a giugno, studiando nel frattempo il problema “anche con un serio confronto tra portatori di interessi diversi con serenità e ragionevolezza”.
Registro cambiato, però, proprio dopo l’annuncio di palazzo Chigi:
Le leggi sono fatte di norme e di emendamenti, non di comunicati stampa – ha dichiarato Sforza Fogliani, Confedilizia – Proprio questo Governo ci ha dimostrato che anche i documenti intestati alla Presidenza del Consiglio vengono sottoposti a disinvolti voltafaccia. La partita la deciderà comunque il Parlamento e poi, in definitiva, il Paese”.
Unica certezza, dunque, è la più completa incertezza. Per i cittadini, che ancora non sanno se pagare la mini Imu prevista entro il 24 gennaio per i residenti nei comuni che hanno ritoccato le aliquote – 8 romani su 10, ad esempio, non sanno se e cosa pagare secondo uno studio del Codacons – e per i costruttori, che temono dure ripercussioni sul mercato immobiliare. E non a torto.
Viene davvero difficile, in ogni caso, attribuire un minimo di credibilità a una delle voci fiscali più sentite e rilevanti della legge di stabilità, quando ancora oggi detiene la palma della contraddizione.
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