Un mese di tempo per mettere mano alle norme che regolano il servizio taxi. Il Governo avrà trenta giorni per cercare di venire a capo del caos che caratterizza prestazioni, concorrenza e salvaguardia delle auto bianche, pena la ripresa dei disordini che per sei giorni consecutivi hanno quasi messo in ginocchio la città di Roma.
È questo il compromesso a cui si è giunti dopo l’incontro di ieri tra il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio e le 21 sigle di categoria che si sono impegnate a sospendere la protesta, almeno per il momento. Lo ha reso noto il viceministro Riccardo Nencini.
Nello stesso giorno in cui il Milleproroghe approda alla Camera con il voto di fiducia, i tassisti ritornano al lavoro ma il Governo dovrà proporre entro breve tempo non uno ma bensì due decreti: uno per il riordino del settore e l’altro per la lotta all’abusivismo.
I driver con licenza non retrocedono sull’emendamento “pro Uber” e si aspettano che quanto siglato in serata al Ministero venga discusso e applicato quanto prima: “I decreti dovranno includere tutti i temi, già concordati con le categorie a suo tempo, tra cui miglioramento del sistema di programmazione e organizzazione su base territoriale, regolazione e salvaguardia del servizio pubblico, necessità di migliorare i servizi ai cittadini evoluzione tecnologica del settore, lotta all’abusivismo, migliore incontro tra domanda e offerta”.
“L’impegno è a iniziare i lavori domani e a concluderli per presentare i testi entro un mese”, spiega poi il ministero precisando che tutte e 21 le sigle hanno siglato il verbale che prevede un’immediata sospensione della protesta. Intanto, l’assemblea delle diverse sigle è prevista per giovedì.
La necessità di un riordino della normativa vigente era stata sottolineata anche dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato che già nel 2004 metteva in evidenza i limiti delle regolamentazioni imposte al settore dalla legge del 1992 e le “principali anomalie del mercato del servizio di trasporto di persone mediante taxi”.
Tra queste, il rapporto insufficiente tra densità dei taxi e quella della popolazione nei principali Comuni italiani, i problemi relativi al costo della licenza acquistata da altri soggetti e “la predeterminazione dei turni di servizio rigidi che si presta alla ripartizione dell’offerta per fasce orarie tra i concorrenti”.
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