Quattro contractor americani sono stati condannati da una corte federale USA per aver commesso una strage di civili a Baghdad nel 2007.
Il giudice federale Royce Lamberth ha condannato tre di loro, Evan Liberty, Dustin Heard e Paul Slough, a trent’anni di carcere per omicidio preterintenzionale, mentre il capo della pattuglia, Nicholas Slatten, è stato riconosciuto colpevole di omicidio di primo grado e condannato all’ergastolo.
Nel 2007, i quattro lavoravano per la Blackwater, una compagnia militare privata che allora aveva contratti per un miliardo di dollari con il governo USA, ed erano stati assegnati di scorta a un diplomatico americano.
La strage avvenne nei pressi di piazza Nisour, lungo il perimetro della “zona verde”, il quartiere fortificato al centro di Baghdad dove sorgono i palazzi del potere e l’ambasciata statunitense.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Slatten, seguito dalle altre guardie incriminate, avrebbe aperto il fuoco contro un’automobile che aveva scambiato per un’autobomba.
Cinque contractor, probabilmente in preda al panico, avrebbero continuato a sparare sugli astanti, incuranti delle proteste della folla e delle altre guardie di sicurezza. Il bilancio finale è stato di 17 morti e 20 feriti, tra cui donne e bambini.
Dopo indagini condotte dalle autorità irachene e dall’FBI, il primo processo si era chiuso nel 2009 con un non luogo a procedere, verdetto annullato nel 2011 dalla Corte Suprema, che ha disposto lo svolgimento di un nuovo processo di primo grado.
Il quinto imputato, Jeremy Ridgeway, si era dichiarato colpevole di omicidio preterintenzionale nel 2013, mentre il sesto, Donald Ball, è stato scagionato da tutte le accuse.
I legali dei quattro mercenari condannati hanno annunciato che faranno ricorso in appello. Secondo loro, la percezione di essere sotto attacco imminente basterebbe a giustificare la legittima difesa, e la strage sarebbe stata solo una tragica fatalità.
Insieme alle torture sui prigionieri del carcere di Abu Ghraib e all’altra strage di civili compiuta dai Marines a Haditha, l’episodio di piazza Nisour è una delle pagine nere dell’occupazione americana dell’Iraq.
La notizia della strage scatenò un’ondata di indignazione e di antiamericanismo nell’opinione pubblica irachena, che già non sopportava le violenze e le prevaricazioni dei contractor, ai quali l’amministrazione USA faceva ampio ricorso per compiti di sicurezza durante i primi anni di occupazione dell’Iraq.
Reazioni simili si osservarono all’annuncio della conclusione infruttuosa del primo processo, nel 2009.
Gli USA non sono tra gli Stati firmatari della Convenzione ONU sui mercenari del 1989, né del Protocollo addizionale 1977 della Convenzione di Ginevra, i testi di riferimento per definire e regolare l’attività dei combattenti non inquadrati negli eserciti regolari.
Filippo M. Ragusa
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