Un terremoto di magnitudo 8,3 della scala Richter ha colpito il Cile ieri sera. L’epicentro è tra Illapel e Canela Baja, nella regione di Coquimbo, circa duecento chilometri a nord della capitale Santiago. Le vittime accertate finora sono otto; le autorità hanno disposto l’evacuazione di un milione di persone.
La prima scossa, la più potente, è stata registrata alle 19.54 locali, quando in Italia era quasi l’una di notte. È stata seguita da circa 50 repliche di entità minore. Le onde sismiche si sono propagate per più di 1500 km fino alla costa atlantica del Sudamerica: sono state percepite perfino in Uruguay e nelle regioni centrali e settentrionali dell’Argentina.
Le autorità di Cile, Perù ed Ecuador hanno attivato i meccanismi dell’allarme tsunami, ma il fenomeno che si è poi verificato non ha avuto la portata catastrofica che si temeva, anche se sulle coste – a Pichidangui e a La Serena, a nord di Santiago – si sono rovesciate onde alte più di quattro metri.
Proprio lungo le coste si è verificata la maggior parte delle evacuazioni. La Protezione civile cilena ha prontamente ordinato, attraverso i telefonini, di allontanarsi prima possibile dalla costa. Segno che la tragedia di cinque anni fa, quando un maremoto più potente uccise 524 persone, ha almeno insegnato una lezione preziosa.
Un maremoto più potente avrebbe potuto provocare conseguenze particolarmente gravi: il 18 settembre in Cile è il giorno delle Fiestas Patrias, la festa dell’indipendenza nazionale, e molti cittadini, in occasione del ponte, erano già partiti o stavano partendo per il mare.
In ogni caso, come si è detto, il timore di nuove scosse ha spinto le autorità a dichiarare lo stato d’allerta in tutto lo Stato e ordinare l’evacuazione di circa un milione di persone. Il livello d’allarme è stato poi abbassato su tutto il territorio nazionale, anche se i sismologi tengono gli occhi puntati sulla regione, per via della drammatica imprevedibilità di tutti i fenomeni sismici
Nella capitale Santiago, che ha circa sei milioni e mezzo di abitanti, molti edifici hanno riportato danni. Anche se in Cile la terra trema con una certa frequenza, in molti hanno raccontato di aver avuto più paura del solito, perché la scossa delle 19.54 è stata particolarmente lunga.
La presidente della Repubblica Michelle Bachelet è apparsa in televisione per provare a calmare gli animi, ma si è dovuta esprimere con una certa prudenza, per via della drammatica imprevedibilità di tutti i terremoti: “Ci possono essere altre repliche – ha detto – “Stiamo quindi valutando minuto per minuto la situazione.
Intanto il ministro dell’Interno Jorge Burgos ha annunciato che nella regione di Coquimbo si terrà una riunione d’emergenza del Governo.
Il terremoto di ieri sera è stato il più forte dell’anno in tutto il mondo. Come ha ricordato il sottosegretario all’Interno Mahmud Aleuy, la sua magnitudo è la sesta più alta registrata in Cile dal 1900. Il Cile è uno dei Paesi più interessati da fenomeni sismici: nel 1960 fu scosso dal terremoto più potente mai registrato dall’invenzione del sismografo, di magnitudo 9,5 Richter, che uccise un numero di persone stimato fra i tremila e i seimila.
F.M.R.
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