“Personalmente, come avvocato, penso che la pena di morte sia uno strumento necessario nell’arsenale giuridico di un Paese”. Lo ha detto la leader del Front National, Marine Le Pen, nel corso di una conferenza stampa a Nanterre. Nei giorni scorsi, Le Pen aveva proposto un referendum sul ripristino della pena capitale.
La leader del Front National, Marine Le Pen, chiede la ‘‘sospensione immediata degli accordi di Schengen” sulla libera circolazione degli individui nell’Unione europea, ha affermato Le Pen aggiungendo che ‘‘Schengen è un paradiso per i jihadisti”.
“Credere che non esista un legame tra immigrazione e islamismo radicale è molto pericoloso”, ha sostenuto la leader del Front National. Per Le Pen, in quest’ottica, l'”immigrazione illegale è un problema particolare”. Ma anche l”‘immigrazione legale moltiplica i rischi”. “Più stranieri entrano nel nostro territori più c’è il rischio di avere individui che fanno proseliti”. La pena di morte è, dunque, «uno strumento necessario nell’arsenale giuridico di un Paese». Lo ha detto il leader del Front National Marine Le Pen nel corso di una conferenza stampa a Nanterre. «Personalmente, come avvocato, penso che la pena di morte sia uno strumento necessario nell’arsenale giuridico di un Paese», ha spiegato Le Pen, che già nei giorni scorsi aveva proposto un referendum sul ripristino della pena capitale.
Gli arresti effettuati in Europa nelle ultime 24 ore, nell’ambito della lotta ai jihadisti, sono almeno 27. Tredici i fermati in Belgio, 12 in Francia, tra questi il complice di Amedy Coulibaly, quello che gli ha fornito “il più rilevante supporto logistico” e in particolare l’auto su cui viaggiava prima della sparatoria a Montrouge. Sarebbe stato individuato grazie a tracce di materiale genetico ritrovate nell’auto. Due gli arresti in Germania, a Berlino, dove il leader del gruppo terrorista, un certo Ismet D., è accusato di reclutamento, in particolare di turchi e russi.
I due cittadini belgi arrestati in Francia nell’ambito della retata anti-jihadisti condotta da Bruxelles erano in fuga verso l’Italia e sono stati bloccati dalla polizia francese nella regione di Chambéry su segnalazione di quella belga. Nella giornata ci sono stati anche attacchi informatici a siti francesi, messi fuori uso da quello che sembra un attacco informatico in piena regola.
“La minaccia non è mai stata così forte. Lo stato islamico può essere in grado di fare attentati in Europa”, ha detto il primo ministro, Manuel Valls, che ha anche rimarcato: “E’ lungi dall’essere finita”. “Non crediamo ci siano legami diretti” tra gli attentati terroristici in Francia e gli arresti in Belgio. “Bisogna essere prudenti”, ha spiegato ancora il Valls, aggiungendo: “Agiremo in modo implacabile”, la “Francia va avanti, la Francia è in piedi”.
Intanto funzionari dell’intelligence statunitense e francese vanno consolidando la convinzione che gli attacchi terroristici dei giorni scorsi a Parigi siano stati ispirati da al Qaida ma non direttamente sotto la sua supervisione. Uno dei due fratelli responsabili dell’attacco allo Charlie Hebdo avrebbe trascorso un breve soggiorno nello Yemen e avrebbe incontrato un leader di al Qaida. Tuttavia gli 007 statunitensi non sono convinti che l’attacco a Parigi sia stato diretto dall’estero. Gli investigatori non credono neanche che l’uomo che ha ucciso cinque persone in altre zone della città fosse d’accordo con i due fratelli. Queste ipotesi inquadrano gli attacchi in una ondata di violenza scatenata da individui disperati con simpatie per al Qaida, l’Isis o i loro seguaci, ma che non coinvolti in una cospirazione internazionale, più facile da individuare.
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