Un decreto di fermo nei confronti di tre cittadini di nazionalità afghana accusati di terrorismo internazionale è stato eseguito questa mattina a Bari da Carabinieri del Nucleo Investigativo e del Ros. Secondo le indagini coordinate dalla Dda di Bari, i fermati progettavano attentati in Italia e in Inghilterra. Altre due persone (un altro afghano e un pakistano) sono indagate – e sottoposte a fermo – per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
I fermati farebbero parte di una associazione per delinquere con “finalità di terrorismo internazionale, in Italia e all’estero, realizzando anche in Italia (oltre che in Francia, in Belgio) un’associazione criminale, costituente articolazione o comunque una rete di sostegno logistico di una organizzazione eversiva sovranazionale di matrice confessionale, funzionalmente collegata all’organizzazione terroristica internazionale denominata Isis, all’emirato Islamico dell’Afghanistan e di Al Qaeda”.
Gli indagati avrebbero dato infatti – secondo l’accusa – “sostegno a soggetti disponibili a compiere azioni suicide o azioni combattenti nell’ambito di paesi stranieri, ed in particolare in Irak e Afghanistan con modalità di combattimento” nonostante “le peculiari e concrete situazioni fattuali facciano apparire certe ed inevitabili le gravi conseguenze in danno della vita e dell’incolumità fisica della popolazione civile, contribuendo a diffondere nella collettività paura e panico”.
Le indagini sono partite il 16 dicembre scorso quando i Carabinieri sono intervenuti presso l’Ipercoop di Santa Caterina a Bari per la segnalazione di 4 stranieri sospetti. Uno di loro stava facendo un video del centro commerciale con il cellulare. Dall’analisi dei dati contenuti nel suo telefono, poi sequestrato, gli investigatori hanno trovato anche un video dell’area interna dell’aeroporto di Bari-Palese.
Uno dei presunti terroristi fermati oggi nel capoluogo pugliese, Hakim Nasiri, è stato fotografato insieme al sindaco di Bari, Antonio Decaro, durante la cosiddetta Marcia degli Scalzi del 10 settembre 2015. La manifestazione fu organizzata in tutta Italia e vi aderì anche la città di Bari, in segno di solidarietà e integrazione in favore dei cittadini immigrati.
Immagini di armi, di militanti talebani, file audio scaricati dal web con preghiere, proseliti e indottrinamenti di matrice islamica radicale, video con tributi ai parenti e amici detenuti nel campo di prigionia di Guantanamo sono solo alcuni dei documenti estrapolati dai telefoni dei cittadini afghani fermati a Bari per terrorismo internazionale.
“La cellula terroristica – si legge nel provvedimento di fermo – diffondeva l’ideologia violenta della guerra santa e le tecniche di combattimento (manuali operativi, manuali di fabbricazione di esplosivi) mediante lo strumento di internet. Il cospicuo materiale informatico era in possesso dei prevenuti pronto per essere usato”. C’è poi – si è appreso – una foto a colori che ripropone due immagini in notturna che accostano due luoghi simbolo rispettivamente della cultura islamica e di quella occidentale: la moschea Al-Masjid al-Haram a La Mecca e la Tour Eifel di Parigi. La prima con un contrasto cromatico di base blu, “colore che notoriamente – spiegano gli inquirenti baresi – indica il paradiso e la spiritualità”; la seconda di base viola, “che notoriamente indica morte e lutto”.
Tra le immagini trovate nei telefonini dei fermati ci sono foto e video di Bari, Roma e Londra. Compaiono anche il Circo Massimo e il Colosseo. Secondo la Dda, “l’organizzazione predisponeva, mediante la preventiva ispezione dello stato dei luoghi (anche con documentazione fotografica e video), attentati terroristici presso aeroporti, porti, mezzi delle forze dell’ordine, centri commerciali, alberghi, oltre che altri imprecisati attentati terroristici in Italia e Inghilterra”.
Per il ministro dell’Interno Angelino Alfano non esiste rischio zero, ma l’operazione antiterrorismo di Bari “è la prova che la prevenzione continua a funzionare. Il contesto del mondo è tale che il rischio zero non esiste. E anche i fatti della Germania di queste ore lo testimoniano (1 morto e tre feriti in una stazione a Monaco di Baviera, questa mattina: un uomo che avrebbe urlato “Allah Akbar!” , ha aggredito con un coltello alcuni passeggeri). Quello che invece esiste, ed esiste con forza, è uno Stato che non può eliminare del tutto il rischio, ma può fare arresti, intercettazioni, perquisizioni, espulsioni per garantire più sicurezza sul territorio nazionale. Noi lo stiamo facendo da Nord a Sud”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Angelino Alfano commentando l’operazione antiterrorismo di Bari. “Si lavora tutto il giorno e la notte. Noi non smettiamo, neanche per un istante, di concentrare tutta la nostra attenzione – ha spiegato Alfano – sul rischio terrorismo. Perché l’Italia è stato fin qui un Paese sicuro e noi ci battiamo perché continui ad esserlo”. In merito ai possibili obiettivi di attentati terroristici, il ministro Alfano ha detto: “Uno degli arrestati stava facendo dei sopralluoghi. Adesso noi valuteremo tutti gli indizi che sono venuti fuori dalle attività di indagine che anche questa volta hanno funzionato. Il punto essenziale è che non fanno neanche in tempo a programmare il loro disegno criminoso che noi li abbiamo già arrestati. Fin qui è andata così, noi stiamo continuando a lavorare perché così continui ad andare”. Alla domanda su segni concreti di minacce per l’Italia, dopo l’operazione antiterrorismo di oggi, il ministro ha risposto: “Abbiamo una situazione in cui la minaccia è permanente, ma è permanente in tutta Europa, in tutto il mondo. Non c’è un Paese senza una minaccia. Che poi la minaccia non si sia tradotta in un attentato è merito anche di forze dell’ordine di un sistema paese che ha introdotto quelle leggi che poi sono state applicate bene, molto bene, dai magistrati e quindi dalle forze dell’ordine con una azione di prevenzione che fin qui ha dato risultati”.
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