Che fosse una storia da film l’hanno pensato in tanti, già mentre si lottava contro il tempo per liberare i 12 ragazzi e l’allenatore prigionieri nella grotta di Tham Luang
Scampato il pericolo di non portarne in superficie nessuno o di perderne qualcuno dopo 18 giorni di attesa che i soccorsi riuscissero ad intervenire, l’idea di raccontare l’accaduto a lieto fine è venuta ad almeno due case produttrici americane, già attive nei sopralluoghi sulla zona e nella presa di contatti con le autorità.
D’altronde il potenziale di spettacolarità e pathos c’è tutto: dall’incredibile sopravvivenza dei ragazzi in più di due settimane di buio, allo sforzo immane di centinaia di soccorritori thailandesi e stranieri per estrarli. Proprio oggi, questi ultimi, sono stati ringraziati e premiati dalle autorità di Bangkok.
I primi a farsi avanti, a recupero appena concluso, sono stati i dirigenti di Pure Flix, una casa di produzione indipendente dell’Arizona che predilige temi cristiani e il cui direttore passa gran parte dell’anno in Thailandia con la moglie thailandese, che tra l’altro è cresciuta con l’ex Navy Seal morto venerdì scorso.
“Vedere tutto quell’eroico coraggio nella grotta e tutti i sub uscire sani e salvi, è stato un momento commovente e personale per me”, ha twittato Michael Scott. La Pure Flix dovrà però battere la concorrenza di uno studio più grande, la Ivanhoe Pictures, che ha già scelto il regista John M. Chu. “Mi rifiuto di lasciare che Hollywood riscriva la storia del salvataggio thailandese”, ha twittato Chu, esortando a un approccio rispettoso verso la storia dei ‘Cinghialotti’, dal nome della loro squadra di calcio. Emissari dell’azienda hanno già assicurato incontri con funzionari nazionali e locali. Difficile dire chi prevarrà, ma anche se la loro idea sarà vincente: adattamenti cinematografici di storie vere che hanno tenuto col fiato sospeso, incluso il film “The 33” con Antonio Banderas sul recupero dei minatori cileni nel 2011, sono stati un flop al botteghino. In ogni caso, le due proposte già note sulla grotta Tham Luang non sono le uniche. “Mezza dozzina di compagnie cinematografiche locali e straniere vogliono usarla come location per le riprese. Ma dovranno aspettare che la grotta venga riaperta al pubblico”,
ha detto Anan Wongbejarat, direttore generale del dipartimento al Turismo. Inoltre, un filmato più fattuale per la tv è in arrivo già domani su Discovery Channel, dove andrà in programma “Operation Thai Cave Rescue”. Mentre dall’ospedale non sono arrivati nuovi aggiornamenti sulle condizioni dei baby calciatori e del loro coach dopo quelli di ieri, con tanto di video che li mostra sorridenti e in alcuni casi già capaci di camminare, l’incredibile collaborazione a tempo di record di soccorritori thailandesi e stranieri continua a essere fonte di ammirazione anche in Thailandia. Sono stati ufficialmente ringraziati i sub internazionali, alcuni dei quali già gestiscono delle scuole di immersioni nel Paese. Il primo ministro Prayuth Chan-ocha ha esteso a tutti la sua gratitudine, e ai subacquei stranieri è stata concessa la prestigiosa Thailand Elite Card, un documento per businessmen che normalmente può costare fino a 25mila euro e che include un visto per la Thailandia a entrate multiple per cinque anni, oltre ad altri privilegi presso alcuni tra i migliori resort di lusso nel Paese.
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