Al Torino Film Festival trionfano le produzioni britanniche. Dal film di apertura, Suffragette, passando per lo strano London Road , fino a The Lady in the Van, sono molti i film che il Regno Unito ha prestato a questa edizione del Festival, e la varietà di generi – si va dallo storico al musical, all’adattamento teatrale – dimostra anche la versatilità di queste interessanti produzioni.
The Lady in the Van merita una particolare attenzione, tanto per il cast quanto per l’originale scrittura. Si tratta infatti di una commedia, tratta da una storia vera, che dopo aver riscosso un discreto successo in teatro, è stata adattata per il cinema dallo stesso autore. E, come per London Road, altro film fuori concorso al Torino Film Festival, si passa dalla realtà al teatro, al cinema.
Alan Bennet prima di dedicarsi, dagli anni ’60, al teatro come scrittore, drammaturgo, sceneggiatore e attore, è’ stato un ricercatore e docente di storia medievale. The Lady in the Van racconta l’esperienza della singolare amicizia che l’autore ebbe con una senza-tetto che visse all’interno di un Van giallo per 15 anni nel vialetto della sua casa in Gloucester Crescent nel quartiere di Camden Hight, dove abitualmente risiedono molti intellettuali e celebrità del mondo dello spettacolo inglese.
The Lady in the Van è inoltre legato anche ad un altro nome famoso, quello di Maggie Smith, nota attrice inglese, dalla lunga e brillante carriera, che, solo negli ultimi anni, ha collezionato successi come la saga di Harry Potter o la serie tv Downtown Abbey. Maggie è stata la prima interprete nel 1999 di Miss Mary Shepherd, la “coabitante” di Bennet, nella commedia per il Queen’s Theatre di Londra.
“Pensavo che sarebbe rimasta poche settimane e invece passarono 15 anni” così Bennett comincia il racconto della storia di questa strana convivenza. Il film non si sofferma in realtà sulla vita dei senza-tetto, non si tratta di un lavoro con finalità sociali. Al contrario, con un atteggiamento tipicamente british, composto e spiritoso al tempo stesso, descrive l’incontro di due personalità molto diverse, quasi agli antipodi, lo scrittore Alan Bennett e Miss Shepherd, che per uno strano caso del destino si sono trovati a condividere una parte piuttosto lunga della loro esistenza.
The Lady in the Van parte da una situazione semplice: un artista, la sua casa distinta e riservata, e la clochard che si sposta da un civico all’altro della elegante strada residenziale in cui questi vive. Ma la storia si arricchisce di un piccolo mistero che riguarda la vita passata di Miss Shephard e si compone piano piano come un puzzle dalle tinte sempre più naif. Nonostante una certa lentezza narrativa, è proprio questo contrasto, tra la compostezza tutta inglese degli abitanti di Gloucester Crescent e l’eccentricità un po’ drammatica della misteriosa e burbera signora del Van, a costituire l’elemento di maggior interesse del film.
Vania Amitrano
Laureata in Lettere, amante dell’arte, dello spettacolo e delle scienze umane, autrice di testi di critica cinematografica e televisiva. Ha insegnato nella scuola pubblica e privata; da anni scrive ed esplora con passione le sconfinate possibilità della comunicazione nel web.
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