Vincenzo Nibali in giallo: ha tutta l'aria di volerci rimanere sino a Parigi
Giorno di riposo oggi al Tour de France. L’occasione per fare il punto della situazione sulla più importante corsa a tappe del calendario ciclistico internazionale: ed è una riflessione che non può non prender le mosse se non dall’attuale maglia gialla, il nostro Vincenzo Nibali, “lo squalo dello Stretto”, non solo leader della classifica generale ma con tutta l’aria di arrivare a Parigi da dominatore assoluto. Perchè il campione d’Italia, nonchè vincitore del Giro nel 2013 e della Vuelta nel 2010, sta attraversando un momento di forma invidiabile e perchè i suoi due rivali più accreditati, il campione in carica Chris Froome, e ieri anche Alberto Contador, due Tour, due Vuelta e un Giro al netto della squalifica per doping, sono entrambi k.o., assieme ad altri 78 colleghi, tutti vittime di una delle edizioni della corsa in giallo più funestate dalle cadute.
Alberto Contador in lacrime sull’ammiraglia: si è appena arreso ad una tibia fratturata
Nibali favorito dal venir meno di una concorrenza così qualificata? Certamente e sarebbe anche ipocrita negarlo. Ciononostante, per onestà intellettuale, è anche corretto rimarcare come il corridore messinese si fosse dimostrato il più in condizione del terzetto di papabili al successo finale sin dall’inizio della corsa francese. Dalla vittoria molto sorprendente su un terreno non particolarmente selettivo (e, quindi, a lui poco congeniale) a Sheffield, con la maglia gialla ceduta solo per lo spazio di una giornata al transalpino Tony Gallopin dopo Mulhouse, sino alla cavalcata trionfale di ieri sulle montagne dei Vosgi, l’azzurro ha fornito la netta sensazione di essere il più forte e di poter dominare la corsa. E la cattiveria agonistica sfoggiata nel giorno della presa della Bastiglia aveva il chiaro senso di voler gridare a tutti la propria superiorità. Certo, i ritiri di Froome e Contador, entrambi più veloci del siciliano nelle sfide contro il tempo, semplificano il compito dello “squalo”: potrà correre e fare la differenza come sa sulle montagne, senza l’assillo di dover necessariamente guadagnare il più possibile sui due rivali con l’ansia di dover arrivare alla maxi-crono di Bergerac, in programma alla penultima tappa, con un margine di sicurezza che, per esser tale, avrebbe obbligato Nibali ad accumulare almeno 2′ e 30″- 3′ di vantaggio. Quasi impensabile che ad impensierire Vincenzo possano essere l’australiano Richie Porte, l’australiano attualmente 2° in generale a 2’23”, tutt’altro che fenomenale in salita e catapultato dal ruolo di gregario di lusso a quello molto più scomodo di capitano del Team Sky solo a seguito del k.o. di Froome; oppure lo spagnolo Alejandro Valverde, 3° a 2’47” ma molto più competitivo nelle corse di un giorno (solo una Vuelta nel 2009, tra i grandi giri in bacheca); oppure il drappello di francesi Bardet, Gallopin, Pinot o lo statunitense Van Garderen, forte a cronometro, molto meno in montagna.
Un primo piano molto intenso dello “squalo”: qui sembra “addentare” il Tour
Inoltre, va considerato che il siciliano, 30anni il 14 novembre, ha l’età giusta per un’affermazione di questa portata, l’età in cui un corridore può abbinare maturità, esperienza e picco più alto della condizione atletica. Da notare, infatti, che Nibali fece 18° posto nella classifica generale al termine del Tour del 2008, 7° in quello del 2009 e 3° due anni fa. Al Giro d’Italia, invece, sempre condotto su livelli di eccellenza e quindi con minori oscillazioni, è passato da un 3° posto nel 2010, ad un 2° nel 2011, alla straordinaria vittoria, da padrone assoluto della corsa rosa, dello scorso anno. Il denominatore comune ai precedenti nelle due più importanti corse a tappe del “circus” è piuttosto evidente: Nibali ha sempre migliorato il proprio rendimento, anno dopo anno. Una progressione di risultati e di prestazioni che non lascia spazio a dubbi. Questo 2014 doveva essere il suo anno anche al Tour. Ci arriva, poi, Nibali, forte di una forma fisica al top: 63 kg. il suo peso attuale, uno in meno di quello denunciato l’anno scorso quando sbaragliò senza problemi tutta la concorrenza nel trionfale Giro d’Italia 2013: tradotto, fanno tra i 10 e i 15 watt in più in salita, particolare che può fare tutta la differenza del mondo. I tempi erano e sono maturi perchè, dopo 16anni, Marco Pantani possa trovare il suo successore nell’albo d’oro della corsa francese.
Ora, a cuor leggero, Vincenzo Nibali potrà continuare a dipingere di giallo il capolavoro della sua carriera.
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