Martedì 23 settembre, alle ore 21, arte e spiritualità componenti essenziali dell’antica danza dei cDervici di Konya (Turchia) calcheranno il palco del teatro romano sito in largo di Torre Argentina.
Questi rappresentanti della celebre danza roteante o turbinante, la più antica forma di trasmissione dei “misteri” che essi affermano pervenuti all’uomo dall’antichità, propongono al pubblico romano la loro “cerimonia religiosa” guidati dal ventiduesimo discendente diretto del maestro sufi Rumi.
L’eccezionale evento, Roma è la seconda tappa del loro tour in Italia dopo quella che si terrà lunedì 22 settembre a Milano presso l’Auditorium Fondazione Cariplo di Largo Mahler.vede protagonisti sul palcoscenico della storica Sala capitolina il gruppo di venti artisti tra danzatori e musicisti, accompagnati dall’esecuzione di musiche tradizionali. La “celebrazione religiosa” della danza dei Dervisci rotanti dal titolo Invito all’Amato. Dialoghi e danze dei Dervisci di Konya, rappresentano un’occasione particolarmente significativa per aprirsi al dialogo con il mondo musulmano e con quella saggezza che oltrepassa i confini delle etnie e dei continenti. La finalità dell’evento è riportare l’attenzione sull’Amore di Dio e sull’amore per il prossimo tramite l’arte e la musica.e quanti sono ammessi a un tale esercizio passano attraverso un insegnamento speciale che prevede una lunga preparazione.
La danza roteante o turbinante non viene pubblicamente eseguita in forma completa ma in certe tekkè (luoghi di raduno delle confraternite) i più anziani considerano l’uso di eseguirla equivalente alla lettura di libri che espongono i misteri del tempo antico. Contemporaneamente alla rappresentazione, un Derviscio compie un particolare esercizio interiore che ha il fondamentale compito di accelerare complessivamente la frequenza del ritmo di lavoro del proprio organismo, e impedire allo stesso tempo di creare squilibri tra le varie parti del corpo, specialmente tra il centro di “coordinazione motoria”, il centro “intellettivo” e quello “emozionale”. Dopo anni di esperienza, orientando i propri sforzi in questa direzione, pare che un Derviscio acquisisca, in uno stato di “super-coscienza”, una speciale proprietà fondata sull’equilibrio dell’attività del proprio organismo, raggiungibile per attimi via via sempre più duraturi, col fine di renderlo uno stato permanente. Questa è chiamata la “Comunione con Allah”. La differenza tra le danze dei Dervisci e quelle rituali afro-americane consiste maggiormente nel fatto che l’obiettivo di queste ultime è l’entrata in uno stato alterato di coscienza, scatenato dall’ossessività dei movimenti sincopati dal suono, all’interno del quale il danzatore non ha alcun controllo su di sé, né cognizione delle circostanze, creando però, secondo le credenze, un contatto speciale con le “forze superiori”. Oggi i dervisci roteanti sono spesso semplici danzatori che si esibiscono per i turisti, soprattutto in Turchia e in Egitto, così come i fachiri in India.
Autorità civili e religiose della città di Roma introdurranno la serata con messaggi di pace e di impegno istituzionale. L’iniziativa è stata promossa e organizzata dal Ministero della Cultura e del Turismo della Repubblica della Turchia, dall’Ambasciata della Repubblica della Turchia presso la Santa Sede e presso lo Stato Italiano, dal Consolato della Repubblica della Turchia a Milano, dalla COREIS (Comunità Religiosa Islamica) Italiana e dalla Fondazione Internazionale Mevlana, il cui presidente e maestro, Faruk Hemdem Celebi, ha dichiarato: “Nonostante il passare dei secoli, il valore di Mevlana Celaleddin Rumi cresce ancora oggi di giorno in giorno. Si è preservato difatti l’interesse non solo verso la sua figura, ma anche verso i valori da lui trasmessi, quali l’unità dei popoli, l’amicizia, la pace, l’anelito a vivere onestamente. Senza dubbio gli insegnamenti di Rumi, come egli stesso ne era consapevole, potranno echeggiare per tutto il mondo sino a quando persisterà nell’umanità la sete per tali valori universali.” L’eredità spirituale e sapienziale del maestro sufi Rumi, ritrasmessa senza interruzioni fino al suo ventiduesimo discendente diretto, vive ancora nei dervisci di Konya. L’UNESCO ha riconosciuto tale eredità, custodita dalla International Mevlana Foundation, quale “Capolavoro del patrimonio orale e immateriale dell’Umanità”.
La serata è patrocinata dal Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, dal Comune di Roma, dal Comune di Milano, dall’Auditorium Fondazione Cariplo, da laVerdi e dal Teatro di Roma, da Alessandro Nangeroni International Endowment for Dialogue e dall’Interreligious Studies Academy.
L’evento romano costituisce la seconda tappa del tour in Italia dei Dervisci di Konya,
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