Stasera alle nove in punto, allo Stade de France di Saint Denis, Francia e Romania batteranno il calcio d’inizio di Euro 2016. Ma la prima edizione a 24 squadre degli Europei si svolgerà in un Paese flagellato dal maltempo, scosso dall’agitazione sindacale e stretto fra la minaccia del terrorismo e la capillare macchina di sicurezza allestita per l’occasione.
A Parigi da domani saranno in atto tre scioperi. I dipendenti della SNCF, le Ferrovie francesi, e quelli della nettezza urbana hanno già incrociato le braccia contro la Loi travail, il “jobs act alla francese” voluto dal presidente François Hollande e firmato dal ministro del Lavoro Myriam El Khomri. Domani li raggiungeranno i piloti di Air France, sul piede di guerra con la direzione per il rinnovo del contratto collettivo. Per martedì prossimo i sindacati hanno indetto una giornata di mobilitazione nazionale di sciopero generale. E le piattaforme promettono battaglia anche per il 24 giugno, il giorno in cui il Senato di Parigi voterà la legge El Khomri, e per il 28.
La CGT – “Confederazione generale del lavoro”, il sindacato transalpino più importante – ha scelto insomma di mostrare i muscoli. L’unico spiraglio di apertura si è intravisto ieri: se Euro 2016 “non fosse una grande festa popolare, negli stadi e nelle fan zone”, sarebbe “un peccato”, ha detto il suo segretario generale Philippe Martinez. Ma poi ha prontamente aggiunto che “sono i lavoratori a decidere se smettere o continuare nello sciopero”.
Intanto per le strade si continua ad accumulare la spazzatura, e i contractor privati cui si è rivolta l’amministrazione possono poco contro l’emergenza. Con lo sciopero dei ferrovieri arrivato al nono giorno – inutile la promessa di aiuti al settore da parte del primo ministro Manuel Valls – molti sospettano che il governo si sia lasciato sfuggire di mano la situazione.
Sensazione rinforzata dal duetto di ieri fra i due uomini al vertice del ministero dello Sport. Ha aperto le danze il sottosegretario Thierry Braillard, che ha annunciato il divieto di trasmettere le partite della Nazionale fuori da pub e bistrot: “Le forze dell’ordine non possono garantire la sicurezza”. Ma poco il ministro Patrick Kanner ha corretto il tiro: saranno vietati solo gli schermi giganti nelle piazze, i locali pubblici potranno trasmettere le partite senza problemi. Per poi bacchettare il sottosegretario: “Ha fatto una generalizzazione un po’ frettolosa”.
La situazione tesa e paradossale ha spinto perfino il paludato Les Échos, il quotidiano degli industriali francesi, a pubblicare in prima pagina un titolo ironico: “E se scioperasse la Nazionale?”. Il foglio economico ha ricordato “il numero di Knysna, ai Mondiali del 2010”: in una Coppa del mondo stregata, dalla quale sarebbero usciti al primo turno, i Bleus si erano rifiutati di scendere dal pullman in segno di protesta contro la decisione di escludere dal gruppo Nicolas Anelka, protagonista di un diverbio dai toni accesi con l’allora ct Raymond Domenech.
Nel frattempo ieri le forze di sicurezza francesi, rinforzate dopo gli attentati di Parigi dello scorso novembre e l’istituzione dello stato d’emergenza nazionale, sono state messe alla prova per la prima volta. A Marsiglia, dove domenica si giocherà Inghilterra-Russia, circa duecento tifosi d’Oltremanica “visibilmente ubriachi” si sono scontrati con gruppi di giovani locali dalle parti del porto vecchio, e qualcuno degli inglesi ha ben pensato di inneggiare all’ISIS. A Marsiglia gli hooligan si erano già visti in azione ai mondiali del 1998, prima di un Inghilterra-Tunisia. Stavolta, per disperderli, gli agenti in tenuta antisommossa hanno impiegato lacrimogeni e cani addestrati.
F.M.R.
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