Alla conferenza stampa nei locali del ministero dell’Economia a via XX Settembre c’era il pubblico delle grandi occasioni…Macchine da presa microfoni, tefefonini, taccuini orecchie spalancate. La storia infinita del braccio di ferro sulla manovra di bilancio del governo attrae sempre. E’ materia che fa discutere e litigare dentro e fuori dei palazzi che contano ma anche dentro e fuori delle case degli italiani interessati a capire cosa sta accadendo, Da qui la grande mobilitazione mediatica che comunque non ha lasciato il ministero delusa.
Ma entriamo nel merito di obiezioni, contestazioni, risposte e controdeduzioni. Il ministro dell’economia Giovanni Tria ed il presidente dell’Eurogrupp Mario Centeno, non hanno deluiso le aspettative come dimostra il complesso delle notizie emerse alla fine dell’incontro ricco di precisazioni ma anche di spunti politici non assutamente riconducibili al braccio di ferro che da settimane caratterizza il confronto tra il, commissario europeo per gli affari economici Moscovici e la Bce da una parte e Tria ed il governo impegnati a fare quadrato sulla manovra dall’altra.
“Non ho dubbi sull’impegno dell’Italia per l’euro e la crescita sostenibile. E’ essenziale che la legge di bilancio dimostri questi impegni”, ha spiegato Centeno al termine del confronto. “Abbiamo avuto un confronto sulle rispettive opinioni relative alla manovra di bilancio italiana che come voi sapete preoccupa gli stati membri – ha detto il ministro – . Noi abbiamo spiegato che queste preoccupazioni non sono fondate sul contenuto reale della nostra manovra di bilancio”. E ancora, alzando decisamente i toni delle precisazioni, “Per evitare questa procedura sul debito -ha spiegato il ministro dell’economia_ noi dovremmo fare una manovra di restrizione fiscale violentissima, andare a un deficit dello 0,8%, che per una economia in forte rallentamento sarebbe un suicidio, non credo che la Commissione si aspetti una reazione di questo tipo anche se formalmente rispettosa delle regole di bilancio”. Un messaggio chiarissimo per quanti vorrebbero una manovra alla Scheuble. Una manovra impossibile da portare avanti secondo Tria che con dovizia di particolari, in Parlamernto subito dopo con Centeno ha spiegato le ragioni di quel no ai vertici della Ue. Il rallentamento dell’economia evidenziato dagli ultimi dati, “anche alla luce dell’incertezza internazionale, rafforza ulteriormente gli obiettivi della manovra, tesa a contrastare il rallentamento della crescita e fornire uno stimolo con gli investimenti pubblici” ha spiegato il ministro in audizione sulla manovra, ricordando “l’impatto espansivo della legge di bilancio, pari allo 0,6% del Pil”.
“La manovra 2019 – ha evidenziato Tria – è stata pensata “per uscire dalla trappola della bassa crescita“. “Le nostre preoccupazioni su un rallentamento sono confermate” e questo rende ancora “più necessario confermare l’effetto anticiclico della manovra”. Le misure contenute nella legge di bilancio, ha proseguito, “aiuteranno il Paese a crescere per assicurare un maggior benessere ai nostri concittadini”.
“Ci rendiamo conto – ha detto ancora il ministro – che i problemi rilevati richiederebbero una manovra espansiva più incisiva ma è stato necessario trovare un corretto bilanciamento tra la stabilità finanziaria e sociale, entrambe necessarie”.
Quanto alla patrimoniale, “è ovvio che non si farà, sarebbe un’azione suicida”, ha rilevato Tria. Ed ha aggiunto: “Non stiamo parlando di situazioni greche, gli aggiustamenti che possono essere fatti sono tanti e in modo molto più puntuale, senza implicare elementi di emergenza”.
Intanto il ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio si mostra fiducia su una eventuale multa. “In questo momento – ha detto – non c’è in previsione una multa per l’Italia. Io credo nel dialogo che avremo con Bruxelles”. “Ieri il Ministero dell’economia ha contestato le previsioni della Commissione, perché pensiamo che dal punto di vista econometrico siano sbagliate. Ma allo stesso tempo il nostro obiettivo è spiegare a Bruxelles i punti di partenza di questo Governo che partiva dal 2 di deficit senza far nulla”, ha aggiunto.
“Il debito – ha detto inoltre Di Maio – non deve rappresentare una colpa degli italiani. Il nostro obiettivo è ridurlo facendo degli interventi che ridanno diritti ai cittadini, col massimo dialogo con l’Ue e mai oltre il 2,4% di deficit che abbiamo fissato nella legge di bilancio”. Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio in conferenza alla stampa estera. “La garanzia che diamo è che il 2,4 è il termine massimo di deficit e saremo pronti a garantirlo e ad intervenire quando servirà nella legge di bilancio”, ha aggiunto.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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