La televisione di Stato libica ha messo in guardia oggi l’Italia, la Gran Bretagna e la Francia e gli “altri Stati neocrociati” per aver inviato addestratori e consiglieri militari in Libia.
TRIPOLI MINACCIA ITALIA PER INVIO ADDESTRATORI – La televisione di Stato libica ha messo in guardia oggi l’Italia, la Gran Bretagna e la Francia e gli “altri Stati neocrociati” per aver inviato addestratori e consiglieri militari in Libia. “Questi Paesi devono stare attenti alle conseguenze di una simile decisione”, afferma una nota del ministero degli Esteri di Tripoli letta da un annunciatore della tv al Jamahiriya. Poco dopo l’annuncio, uno shaykh religioso musulmano ha definito “Stati neocrociati” l’Italia e gli altri Paesi coinvolti nella guerra in Libia.
TV STATO, 7 UCCISI DA RAID NATO A TRIPOLI – Sette persone sono state uccise e altre 18 ferite dopo un raid della Nato a Tripoli, nella zona di Khallat al-Farjan, a sud. Lo ha riferito la tv di stato. “Gli aggressori colonialisti crociati”, ha detto la tv al-Jamahiriyah, hanno lanciato quattro missili sull’area, provocando anche la distruzione di diverse case. Secondo l’altra tv Allibiya, tre esplosioni sono state sentite ieri sera a Khellat Al-Ferjan. La zona è stata “bersaglio di raid barbari e crociati che hanno fatto dei martiri e dei feriti fra gli abitanti della regione e distrutto le loro case”. Giornalisti della France Presse hanno sentito tre esplosioni provenienti da quella zona intorno alla mezzanotte ora italiana.
Due giornalisti sono stati uccisi ieri da colpi di mortaio a Misurata, nella Libia occidentale. Si tratta di Tim Hetherington, noto fotoreporter britannico e Chris Hondros, americano, 41 anni, che lavorava per l’agenzia fotografica Getty. I reporter si trovavano in gruppo sulla Via Tripoli, la principale arteria di Misurata, la città a circa 200 chilometri ad est della capitale assediata da quasi due mesi dalle forze fedeli a Muammar Gheddafi. L’arteria è l’epicentro dei combattimenti fra governativi e insorti.
LAVROV, INVIO ISTRUTTORI E’ AVVIO OPERAZIONE TERRA – Il ministro degli esteri russo, Serghiei Lavrov, ha criticato l’invio di istruttori occidentali in Libia, affermando che ciò segna l’inizio di una operazione terrestre nel paese nordafricano. “Noi riteniamo che operazioni del genere siano estremamente rischiose e dalle conseguenze imprevedibili”, ha detto Lavrov parlando ai giornalisti a Lubiana, in Slovenia, dove oggi è in visita. “Ci sono stati altri casi cominciati con l’invio di istruttori militari e che si sono poi trascinati per anni, con la morte di centinaia, migliaia di persone da ambo le parti”, ha aggiunto il capo della diplomazia russa. Lavrov ha quindi invitato le parti ad attenersi alle risoluzioni del consiglio di sicurezza dell’Onu, che prevedono la protezione della popolazione civile libica con una no fly-zone, e il divieto della fornitura di armi e assistenza militare sull’intero territorio della Libia, compreso l’invio di istruttori militari. Gran Bretagna, Francia e Italia hanno annunciato negli ultimi giorni l’invio di propri istruttori militari a sostegno delle forze che combattono il regime del colonnello Gheddafi.
CRESCE SOSTEGNO A INSORTI,DA ITALIA 10 ISTRUTTORI L’Italia è pronta ad inviare dieci istruttori militari in Libia, così come la Gran Bretagna; la Francia promette un’intensificazione dei raid aerei contro le truppe di Gheddafi; la Casa Bianca plaude e si appresta ad mandare aiuti militari per 25 milioni di dollari ai ribelli. La comunità internazionale si stringe attorno al Consiglio di transizione libico (Cnt), i cui dirigenti stanno cercando appoggi in Europa: martedi’ erano a Roma, mercoledi’ i è stata la volta di Parigi. COLLOQUIO BERLUSCONI-CAMERON – Le novità sull’impegno italiano sono arrivate dopo un colloquio ieri in mattinata tra il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi ed il premier inglese David Cameron. “Noi – ha spiegato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che ha ricevuto il suo collega inglese, Liam Fox – continueremo a mettere a disposizione degli alleati le nostre sei basi (dove sono presenti circa 200 aerei della coalizione), ma non bombarderemo: i nostri aerei volano per mettere in sicurezza i bombardieri degli alleati azzerando i radar del regime”. In più, ha aggiunto, “daremo la possibilità di rifornirsi in volo agli aerei inglesi che passano dalle nostre basi, estenderemo l’accoglienza degli assetti Nato e verificheremo, a seconda dell’evoluzione della situazione, ogni eventuale ulteriore apporto si rendesse indispensabile”. ITALIA MANDA 10 ISTRUTTORI – La Nato, ha quindi rilevato La Russa, “ha distrutto parte dell’apparato militare del regime, ma le truppe fedeli a Gheddafi non sono allo sbando. Mentre gli insorti sono giovani desiderosi di battersi per la causa, ma non hanno le necessarie capacità e dunque noi forniremo il nostro know-how per consentire di contrastare un esercito che, invece, é professionale”. Gli istruttori italiani, ha precisato, “non andranno sul campo di battaglia, non accompagneranno le operazioni militari”. E gli insorti hanno ringraziato: “gli istruttori italiani sono i benvenuti”. L’ipotesi di un attacco a terra non è invece per ora sul campo e nemmeno è stato chiesto dai ribelli, ha precisato il ministro: “non vogliono che gli altri Paesi islamici possano accusarli di avere fatto entrare i ‘crociati’ nella loro terra”. FRANCIA INTENSIFICHERA’ RAID AEREI – Intanto, a Parigi, il presidente francese Nicolas Sarkozy ha incontrato il leader del Cnt libico, Mustafa Abdel Jalil e gli ha promesso che saranno intensificati i raid aerei contro l’esercito del regime. La Francia invierà anche alcuni ufficiali di collegamento in Libia. E dalla capitale francese il Consiglio degli insorti fa sapere che la divisione del Paese tra Cirenaica e Tripolitania “sarebbe totalmente inaccettabile: è proprio ciò che vorrebbe Gheddafi: la Libia è un unico Paese con Tripoli come capitale. La nostra è una rivoluzione che riguarda tutto il territorio libico. Non siamo un movimento separatista”. CASA BIANCA, BENE INVIO CONSIGLIERI MILITARI – Apprezzamento per la decisione dei Paesi europei di inviare consiglieri militari in Libia è arrivato da Washington, ma – ha sottolineato il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney – gli Stati Uniti non prevedono di inviare truppe sul suolo libico. E l’amministrazione Obama, secondo quanto rivela il Washington Times, intende mandare alle forze ribelli in Libia aiuti militari per 25 milioni di dollari “a sostegno degli sforzi per proteggere i civili e le aree popolate dalla minaccia degli attacchi” delle forze di Gheddafi. Si tratta di veicoli, camion per trasporto di combustibile, ambulanze, equipaggiamento medico, giubbotti di protezione, binocoli e radio-trasmittenti.
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