Ha aperto i battenti il 24 novembre nel cuore della splendida cittadina medioevale di Viterbo il “Christmas Village” targato Fondazione Caffeina: mercatini, laboratori, spettacoli e animazione che fino al prossimo 7 gennaio cercheranno di movimentare la città.
Un mondo che se è “incantato” per i visitatori non lo è per i quasi duecento giovani figuranti, elfi e folletti, sparsi in tutto il “villaggio”, che accompagnano e forniscono preziose informazioni ai turisti per la misera cifra di tre euro l’ora per turni di sei-otto ore, dalle nove di mattina alle undici di sera. La cosa non è passata inosservata ai sindacati che pur favorendo eventi che portano lustro e lavoro alla città, rivendicano il sacrosanto diritto alla legalità e la stessa Usb, l’Unione sindacale di base, in una nota precisa “Giovani senza contratto, con turni lavorativi programmati giornalmente, che impediscono di organizzare la propria vita personale”.
Uno stand piccolo pesa per l’artigiano 1.200 euro, da devolvere a Caffeina prima dell’inizio della kermesse, senza alcuna informazione o previsione sul ricavato finale. Chi organizza un laboratorio, frequentato anche da bambini, non paga lo stand, ma ha pochissime possibilità di vendita. I genitori che affrontano il costo di otto euro a bambino, per far praticare un’attività, potrebbero avere una consolazione, pensando che quei soldi vadano a un artigiano del made in Italy. Invece non è così: Caffeina si trattiene 6,50 euro e l’artigiano riceve l’euro e mezzo che resta, cifra talmente esigua, che non fa rientrare neanche delle spese per il materiale (i bambini portano via un oggettino creato durante il corso).
Entra a gamba tesa nella discussione anche la Cisl-Viterbo che proprio a seguito delle numerose segnalazioni oggi denuncia la situazione di sfruttamento alla quale sono sottoposti i giovani lavoratori: “Il sindacato chiede con vigore l’intervento degli organi ispettivi per vigilare sull’attuazione delle più basilari e fondamentali norme sul lavoro”. Occasioni che possono essere importanti per lo sviluppo e la rinascita di una città e di una comunità, ma che così non sono : “si lavora in nero e malpagati (700 euro per 45 giorni per 8 ore al giorno) senza alcun diritto, neanche quello della malattia, e chi si lamenta non viene più chiamato”. Queste le segnalazioni arrivate alla Cisl che aggiunge: “Non possiamo accettare che le manifestazioni e gli eventi di grande rilievo e con un importante seguito di turisti, che giungono a Viterbo anche da altre regioni, possano essere macchiate dall’onta dello sfruttamento di chi ci lavora”.
E pensare che il 1 maggio 2015 dalle colonne del loro organo di informazione “CaffeinaMagazine” postavano a migliaia di utenti un articolo dal titolo “Tre euro l’ora e un possibile aumento di 60 centesimi: ecco gli schiavi dei call center”. Se quelli dei centralini sono schiavi, cosa dire dei ragazzi costretti all’addiaccio, con temperature che sfiorano gli zero gradi, e fino a tarda sera? Alla fondazione Caffeina l’ardua risposta.
Ma intanto il “Christmas village” gode già degli effetti benefici legati ai miracoli. E, fortuna loro, anche prima del Santo Natale. Vediamo la mano della provvidenza. Su tutti l’affidamento diretto da parte del Comune di Viterbo, circa dieci mesi fa, per la realizzazione dell’evento, quando il direttore artistico della fondazione (già presidente) Filippo Rossi sedeva come consigliere tra i banchi dello stesso Comune, coadiuvato all’epoca dall’assessore a Turismo, Spettacolo e Grandi eventi, Giacomo Barelli, rappresentante legale della fondazione Caffeina.
E che dire delle finalità “solidaristiche”, per cui nascono le Fondazioni? Basta creare una srl per gestire la parte commerciale e il gioco è fatto, tutto cambia e tutto si trasforma, soprattutto quando non c’è nessuno a controllare. E qui entra in gioco il ruolo del comune che in questa storia sembra più che mai latitante.
Una commistione tra cultura, politica e business su cui vorremmo fosse fatta chiarezza per il bene della città e dei suoi abitanti ma che per il momento i più sembrano ignorare. Conclusioni. E’ vero che la caffeina è la benzina del cuore ma attenzione a non eccedere, ci sono controindicazioni sicuramente amministrative, sindacali e legali di cui non si può non tener conto
Benedetta Ferrari
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