Come era facile intuire, la battaglia sulla casa è ancora tutta da giocare e sarà quello, con ogni probabilità, uno dei terreni di scontro per testare la tenuta delle larghe intese di Governo. Per il momento però la possibilità di trovare la quadra tra punti di vista ed esigenze lontane tra loro è ancora di la da venire anche se le forze politiche sono impegnate con il bilancino per trovare una alternativa percorribile alla vecchia Imu. Sostituita dalla Trise, questa imposta di servizio composta dalla Tasi e dalla Tari, prevista nella legge di stabilità, potrebbe essere prematuramente archiviata qualora venisse approvato il Tributo unico comunale (Tuc), contenuto in una proposta del senatore Pdl Antonio D’Ali, e sottoscritta anche da Mandelli e Sacconi. Ma come devono orientarsi i cittadini in questa selva di sigle?
Il Tuc, a differenza della Tasi, è concepito con tre gambe: una componente patrimoniale che sostituirà l’Imu sulle seconde case, una sui rifiuti (Tari) e un’altra sui servizi indivisibili (Tasi).
Le aliquote genereranno un peso fiscale totale pari al 10,6 per mille: per la componente patrimoniale l’aliquota massima sarà dell’8,1 per mille; la componente servizi si attesterebbe all’1,5 per mille per affittuari e proprietari di prime case e al 2,5 per mille per i proprietari di seconde case.
«La Tuc – spiega D’Ali – costerebbe meno dell’Ici e sarebbe limitata al 10,6 per mille da applicare sugli immobili, senza ulteriori aumenti». L’obiettivo, nelle intenzioni del Pdl sarebbe quello di «semplificare il quadro normativo» esentando definitivamente la prima casa da qualsiasi tipo di tassazione.
Critico invece il responsabile delle politiche fiscali di Scelta Civica, Enrico Zanetti, secondo il quale «con il Tuc del Pdl si bastonano in maniera feroce gli inquilini e si fanno pagare i proprietari di prime case addirittura più di quanto prevedeva la già infelice Tasi del Governo: complimentoni alle sentinelle antitasse de no’altri».«Tuc? Sembra uno scioglilingua – commenta il relatore della Legge di Stabilità, Giorgio Santini, del Pd. Il problema è quello della sostanza: una tassazione necessaria per gli enti locali che deve avere misura e attenzioni per le fasce più deboli».
Secondo il presidente dell’Anci, Piero Fassino, invece, « C’è bisogno di serietà». «Negli anni – spiega – siamo passati da Ici a Imu, dalla Tasi al Tuc. molte cose vanno corrette. Non sappiamo come e quando sarà erogata la seconda rata dell’Imu 2013, senza la quale per i comuni si aprirebbe una devastante crisi di liquidità; poi la service tax così come è non garantisce la copertura globale di Imu e Tares, e pertanto c’è bisogno di una integrazione». Il percorso di guerra della tassazione degli immobili dunque continua in un contesto generale di proposte dove la chiarezza difetta e dove l’improvvisazione sembra regnare sovrana.
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