Strage di turisti al museo del Bardo, a Tunisi. 21 persone, tra cui un numero imprecisato di italiani, sono rimasti vittime di un attacco terroristico al museo, che dista pochi passi dal Parlamento.
I due attentatori, travestiti da soldati, sono stati uccisi in un blitz delle forze speciali tunisine, che hanno anche liberato i circa duecento turisti presi in ostaggio all’interno del museo.
Secondo il Primo Ministro Habib Essid, oltre agli attentatori le vittime dell’attacco sarebbero 19, tra cui 17 turisti italiani, tedeschi, spagnoli e polacchi, un agente delle forze di sicurezza e un altro uomo di nazionalità tunisina. Altre 22 persone sarebbero rimaste ferite.
Il Presidente della Repubblica tunisino Béji Caid Essebsi riferirà sull’argomento mercoledì alle 18.
A parlare di vittime italiane era stata la giornalista Hoda Abdel-Hamid, senior correspondent in inglese di al-Jazeera, in un tweet. Il ministero degli Esteri sta cercando di verificare le affermazioni e ha attivato l’Unità di crisi.
Di certo si sa che nel museo, al momento dell’attentato, c’erano più di duecento turisti, fra cui un centinaio di nostri connazionali. Alcuni di loro erano imbarcati sulla nave Costa Fascinosa per una crociera.
Secondo la ricostruzione dei fatti operata da Businessnews.com.tn, gli attentatori, travestiti da soldati, avrebbero provato a introdursi nell’edificio del Parlamento, dov’era all’ordine del giorno la discussione di una legge antiterrorismo.
Riconosciuti per via delle armi diverse da quelle d’ordinanza, i terroristi avrebbero ripiegato sul vicino museo, una delle più popolari attrazioni turistiche della città di Tunisi, frequentata da centinaia di stranieri ogni giorno.
L’Alto rappresentante per la Politica estera UE, Federica Mogherini, ha accusato dell’attentato i militanti dello Stato islamico e ha confermato che le istituzioni comunitarie forniranno il massimo sostegno al Governo tunisino in materia di lotta al terrorismo.
L’attacco alle mete turistiche colpisce al cuore una delle risorse fondamentali di cui vive la Tunisia, tanto più importante in un Paese piccolo e povero di risorse naturali.
Dopo la Primavera araba, di cui è stata la culla, la Tunisia ha avviato un processo di democratizzazione accolto con favore dagli osservatori internazionali, e non è stata investita da un’ondata di violenza paragonabile a quelle che hanno travolto la Siria o la Libia.
Ciononostante, la sicurezza nazionale è una delle principali preoccupazioni del Governo di Tunisi.
Nei confini del Paese sono state segnalate attività di varie cellule terroristiche, alcune delle quali si ispirano all’ISIS e operano su entrambi i lati del confine con la Libia.
L’attentato di mercoledì è il primo a colpire i turisti dal 2002, anno in cui al-Qaeda fece esplodere un camion-bomba fuori da una sinagoga a Djerba.
Risale a lunedì la notizia della morte di Ahmed Rouissi, capo di Ansar al-Sharia, organizzazione terroristica tunisina, solo omonima del gruppo libico una parte del quale ha giurato fedeltà all’ISIS a Derna.
Considerato uno dei terroristi più pericolosi di tutta la Tunisia, Rouissi era implicato anche negli omicidi dei deputati tunisini Choukri Belaid e Muhammad Brahmi.
Il terrorista è rimasto ucciso a Sirte, in Libia, in un attacco delle milizie legate al governo di Tripoli contro una postazione dei terroristi.
Filippo M. Ragusa
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